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Seimila medici e operatori in fuga all’estero nel 2023, 60% in Medioriente

10 Gennaio 2024

Roma, 10 gen. (Adnkronos Salute) – Medici e operatori sanitari italiani in fuga all’estero. “Ci lasciamo alle spalle un 2023 che ha rappresentato l’anno dei record, e non è certo una buona notizia, per le richieste di professionisti della sanità decisi a lasciare l’Italia. Siamo di fronte ad un vero e proprio vento di malcontento che soffia fortissimo sul nostro Paese. Più di 6mila sono le richieste arrivate all’Amsi, l’Associazione medici stranieri, solo negli ultimi 12 mesi. Negli ultimi 5 anni in Italia avevamo registrato un picco di richieste di circa il 30%. Si è poi arrivati al 40% tra maggio e settembre scorsi”. Cosi Foad Aodi, fondatore e presidente dell’Amsi. “Medici, infermieri, fisioterapisti, logopedisti, e tanti altri colleghi, ogni giorno ci scrivono e si rivolgono alla segreteria dell’Amsi. Ogni mese ci arrivano in media circa 500 email – avverte il presidente dell’Amsi – Gli ultimi 12 mesi hanno poi aperto la strada al sogno Medioriente. Oltre 4mila delle 6mila richieste arrivano oggi per i Paesi del Golfo, in primis Emirati Arabi, Arabia Saudita e Qatar”.

“Come Amsi rispondiamo alle domande dei medici, accogliamo i loro interrogativi, comprendiamo i loro timori e anche le loro ambizioni. Nel contempo, però, lavoriamo da anni, e come non mai lo abbiamo fatto negli ultimi 12 mesi, per convincere la politica – rimarca Aodi – ad agire per arginare quella che è una vera e propria fuga, un esodo di massa che rischia di indebolire ulteriormente la nostra sanità pubblica e naturalmente anche quella privata, già notevolmente messe a dura prova”.

“Ognuno di noi deve fare la sua parte per arginare la fuga dei nostri medici all’estero, per noi risorsa preziosissima, creando terreno fertile per convincerli a restare, senza ovviamente nel contempo frenare il loro desiderio di miglioramento e crescita, sia chiaro più che legittimo – ricorda – L’Associazione Medici di origine straniera in Italia, insieme all’Unione Medica Euromediterranea, porta avanti da anni un impegno encomiabile che è sotto gli occhi di tutti, con propri rappresentanti in ben 120 Paesi nel mondo”.

“La qualità della tutela della salute della collettività è fortemente a rischio, a fronte di un sistema sanitario italiano sempre più fragile, se non si porrà un freno alla fuga di medici e infermieri creando per loro il terreno fertile per decidere di rimanere nel nostro sistema sanitario e soprattutto per ridonare appeal alle professioni sanitarie italiane – conclude Aodi – Il nostro appello è sempre ‘aiutarli a casa loro in Italia’, al quale stanno aderendo più di 75 tra associazioni e sindacati di professionisti della sanità, organizzazioni e associazioni di strutture sanitarie e cliniche privati e poliambulatori”.

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