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Sindacati medici e infermieri, scioperi a gennaio se non cambia la Manovra

7 Dicembre 2023

Roma, 7 dic. (Adnkronos Salute) – La vertenza dei medici, dirigenti sanitari, infermieri e professioni sanitarie non si ferma: se non cambia la Manovra, ci saranno nuovi scioperi a gennaio. Lo annunciano Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, Guido Quici, presidente Cimo-Fesmed, e Antonio De Palma, presidente Nursing Up, le sigle che hanno proclamato l’astensione dal lavoro del 5 dicembre.

“La giornata del 5 dicembre, con lo sciopero nazionale e le manifestazioni in tutta Italia, ha visto una enorme partecipazione e una eco mediatica che ha superato i confini nazionali – affermano in una nota congiunta – Ha inoltre segnato l’inizio di un nuovo percorso di mobilitazione che vede finalmente uniti medici, dirigenti sanitari, infermieri. La richiesta emersa con voce unanime è stata: rispetto per la professione”.

“Apprendiamo con soddisfazione della dilatazione dei tempi parlamentari per l’approvazione della Manovra, ottenuta anche per rivedere la norma sul taglio delle pensioni dei sanitari all’indomani del successo della nostra protesta – commentano – e auspichiamo dunque che in questi giorni sia possibile modificare la bozza di legge di bilancio prevedendo gli aggiustamenti che chiediamo. Ma in assenza di risposte la vertenza non si fermerà, e per dar seguito alla nostra azione congiunta iniziata il 5 dicembre e nel rispetto dei regolamenti, siamo pronti a proclamare altre giornate di sciopero a gennaio 2024″.

I sindacati chiedono di “investire nel Ssn non solo con finanziamenti, ma anche con leggi che ne consentano il rilancio; rendere appetibile le professioni sanitarie, con un piano di assunzioni che limiti il disagio; eliminare il tetto di spesa alle assunzioni; aumentare le retribuzioni, prevedendo finanziamenti adeguati per il rinnovo dei contratti; rivedere il modello contrattuale, con rispetto per le specificità sanitarie; depenalizzare l’atto medico e sanitario; mantenere i diritti acquisiti, anche con riferimento all’assetto pensionistico”.

“Se le nostre richieste continueranno a essere ignorate proseguiremo il percorso di mobilitazione – sottolineano Di Silverio, Quici e De Palma – allargando il fronte della partecipazione, perché quello che oggi viene percepito come problema professionale venga avvertito anche come problema sociale, che riguarda non solo gli operatori della sanità, ma anche e soprattutto i cittadini. Porteremo dunque in piazza tutti coloro che hanno a cuore il Ssn, ed arriveremo a rappresentare le nostre doglianze, negli interessi della salute collettiva, sino alle sedi istituzionali sovra nazionali”.

“La nostra azione è racchiusa in questo slogan ‘La sanità pubblica non si svende, si difende’ e non ci fermeremo fino a quando non arriveranno soluzioni concrete e operative a problemi che molti osservano ma pochissimi affrontano – chiosano – Chiediamo solo di lavorare meglio in un servizio sanitario migliore”.

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