Smi, ‘Commissione parlamentare dia risposte per i 400 medici morti di Covid’
Roma, 23 mag. (Adnkronos Salute) – Dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria durante la pandemia “vorremmo avere risposte certe sulle responsabilità che hanno determinato il decesso di circa 400 medici per Covid durante l’esercizio delle loro funzioni. Metà delle morti sono state sul territorio, dove i medici di medicina generale senza dispositivi di protezione e in assenza di linee guida sono stati lasciati da soli, con grandi difficoltà, a gestire una situazione ingestibile”. Così Pina Onotri, segretario generale del Sindacato italiano medici (Smi) commentando l’avvio del lavoro della Commissione Affari Sociali nell’Aula di Montecitorio.
“È giusto che si valuti l’efficacia e i risultati delle misure adottate dal Governo di allora nel contrasto al virus – continua – ma questa indagine deve tenere conto anche delle misure adottate da tutti i soggetti istituzionali che erano tenuti alla prevenzione sanitaria. Voler indagare sulle cause di quanto avvenuto senza consentire che l’analisi tenga conto di tutti gli elementi, costituisce una forte limitazione. Poche risorse umane e organizzative, in particolare nei settori delle cure primarie e dei servizi di prevenzione, e peraltro mai preparare ad affrontare una emergenza sanitaria, un sistema regionalizzato della sanità che non ha contribuito, a sua volta, nell’organizzazione coordinata della risposta alla pandemia, ma anzi l’ha peggiorata: sono questi gli elementi di cui tener conto”.
“Abbiamo detto, e lo ribadiamo che, durante la pandemia, alcune Regioni erano arrivate totalmente impreparate all’arrivo del virus a partire, per esempio, dalla Lombardia dove più evidentemente si è assistito ad una riduzione della presenza dei medici sia in ospedale che sul territorio con il conseguente sovraccarico di lavoro per quelli ancor in servizio”, aggiunge Onotri.
Per questo “alla Commissione parlamentare d’inchiesta chiediamo un‘indagine approfondita sia sul ruolo e sulle misure adottate degli organi del Governo di allora, sia come sono state messe in campo le scelte delle Regioni, che svolgono un ruolo essenziale in materia di sanità, e nella tutela del personale medico e sanitario”.
“La vicenda drammatica della pandemia avrebbe dovuto insegnare a tutti, partiti in primis, quanto sia urgente individuare gli strumenti per potenziare il sistema sanitario nazionale a fronte di nuove sfide del futuro, a partire da nuovi finanziamenti che , al momento, sono al palo. Aspettiamo dalla Commissione d’indagine parlamentare parole chiare su cosa non abbia funzionato in sanità nell’era della pandemia e su come bisognerà invertire la rotta per dare un futuro alle professioni mediche e al Servizio sanitario nazionale a partire dal ripensamento del disegno di legge sull’ autonomia differenziata”.
“Nel post pandemia ci aspettiamo una riforma che tiri fuori dalla Costituzione il pareggio di bilancio che comprime diritti incomprimibili dell’individuo (salute, istruzione e lavoro) e ridisegni il Titolo V, portando maggiore centralità allo Stato in materia di sanità, perché ci stiamo avviando alla dissoluzione del Ssn”, conclude Onotri.
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