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Società scientifiche, ’12 Regioni non rispettano Lea, autonomia impensabile’

18 Aprile 2024

Milano, 18 apr. (Adnkronos Salute) – In Italia “12 Regioni su 21 non garantiscono neppure la minima sufficienza dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), cioè le cure considerate fondamentali. La maggioranza presenta infatti valori sotto la soglia in almeno una delle 3 macroaree prese in esame: prevenzione, assistenza sul territorio e ospedale”. Lo sottolinea Francesco Cognetti, coordinatore del Forum delle società scientifiche dei clinici ospedalieri ed universitari italiani (Fossc), che oggi Roma ha lanciato un allarme sulle condizioni del Servizio sanitario nazionale e l’appello a un maxi-riforma strutturale. In un quadro come quello che descrivono, le società scientifiche chiedono “come sia possibile solo pensare in queste condizioni al varo della legge sull’autonomia differenziata”.

A non essere garantiti in mezza Penisola, precisa Cognetti, sono “i Lea attualmente in vigore, che risalgono addirittura al Dpcm 29 novembre 2001, o meglio ai Dm del 1996 e 1999, aggiornati con il Dpcm 12 gennaio 2017, ma mai attuati”. Inoltre, osservano le 75 società scientifiche riunite nel Fossc, “l’introduzione dei nuovi parametri, pur pubblicati ad agosto 2023, è stata rinviata al 2025 per carenza di risorse. E le Regioni dovrebbero sobbarcarsi anche il cospicuo onere delle nuove prestazioni, la maggior parte delle quali sono divenute ormai parte integrante della corretta pratica clinica. Le più deboli e povere, in particolare quelle sottoposte a Piano di rientro, di certo non possono farlo”. Come si può pensare all’autonomia?, si domandano gli esperti.

“Fenomeni drammatici, quali le liste di attesa per prestazioni diagnostiche necessarie e la eterogeneità per terapie che avrebbero un effetto positivo sul decorso di gravi malattie, nonché le attese interminabili, anche di giorni, nei pronto soccorso prima del ricovero nei reparti di degenza sono dovuti a gravissime carenze strutturali ed organiche. E’ urgente risolvere questi problemi – esorta il Fossc – con una riforma strutturale e di sistema degli ospedali, con lo stanziamento di risorse davvero adeguate per rispondere ai principali parametri in vigore negli altri Paesi europei e con la vera realizzazione delle reti territoriali per patologie”.

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