Tumori, torna Oncowellness: progetto per benessere psico-fisico pazienti
Padova, 8 giu. (Adnkronos Salute) – E’ online la seconda edizione di Oncowellness, progetto di Pfizer lanciato nel 2022, dedicato al benessere psico-fisico delle persone con storia di tumore, che quest’anno si focalizza sull’alimentazione e sulle terapie o pratiche non farmacologiche integrate. L’iniziativa – spiega una nota – è supportata da oncologi, nutrizionisti, fisiatri, riabilitatori, trainer, in collaborazione con le associazioni pazienti partner: Ail (Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma), Europa Donna Italia, Fondazione IncontraDonna, Susan G. Komen Italia, Aps Associazione Palinuro (Pazienti liberi dalle neoplasie uroteliali) e Walce (Women Against Lung Cancer in Europe). Testimonial della nuova edizione di Oncowellness è Carlo Cracco, chef di fama internazionale con 5 stelle Michelin e personaggio televisivo, che ha preparato un ricettario speciale che coniuga appetito e vantaggi nutrizionali e delle video-ricette esclusive, disponibili su www.oncowellness.it.
La piattaforma offre indicazioni generali sui benefici potenziali per tutti i tumori e un focus specifico su quattro tipologie: della mammella, del polmone, genitourinari e del sangue. Esiste un forte legame tra cibo e tumori, sia in termini di prevenzione che di supporto durante il trattamento. Secondo l’Aicr ( American Institute for Cancer Research), tre tumori su 10 sono causati da un’alimentazione scorretta. Nel caso del tumore del polmone, per esempio, “è importante che il paziente non prenda troppo peso a causa dell’inattività cui è costretto perché questo peggiora la capacità respiratoria”, afferma Aessandra Bearz, responsabile Ss tumore del Polmone e pleura, Cro Centro di riferimento oncologico di Aviano, componente Gruppo di esperti di Oncowellness. “Nel nostro ospedale – aggiunge Sergio Bracarda, direttore Sc Oncologia Medica e Traslazionale, Azienda Ospedaliera “Santa Maria” di Terni, ed esperta di Oncowellness – abbiamo un ambulatorio dedicato di counselling nutrizionale, dove inviamo i pazienti per una prima valutazione clinica; se viene individuata una condizione da correggere scatta la presa in carico nutrizionale”.
Oncowellness è un progetto che coinvolge, oltre a quella nutrizionale, anche la sfera dell’attività motoria, considerata alla stregua di un trattamento non farmacologico, che migliora lo stato di forma generale, e la sfera del benessere psico-fisico. “L’attività fisica non è utile solo in termini di prevenzione della malattia ma anche durante il trattamento e il follow up – ricorda Adriana Bonifacino, presidente Fondazione IncontraDonna – Purtroppo, la consapevolezza della prevalenza e delle conseguenze negative della malnutrizione nel malato oncologico è ancora molto scarsa”.
Le pratiche non farmacologiche integrate si prendono cura del benessere delle persone con tumore, inteso come un unicum corpo-mente, lungo tutta l’esperienza e il percorso di cura del cancro facilitando l’aderenza alle terapie e migliorando la qualità di vita. “Le terapie integrate, ad esempio l’attività fisica che promuove il progetto Oncowellness – aggiunge Rosanna D’Antona, presidente Europa Donna Italia – rappresentano un approccio molto importante per la paziente con tumore al seno. Purtroppo però lo scenario italiano è molto frammentato”.
Interviene Cristina Destro, Walce: “Come associazione negli ultimi anni, per rispondere ai desiderata dei pazienti, abbiamo attivato interventi che integrino l’aspetto nutrizionale e quello motorio”. La persona malata ha bisogno di un sostegno che “comprenda sia il mantenimento dell’attività fisica durante il percorso clinico, sia l’attenzione all’alimentazione e l’eventuale adozione di pratiche non farmacologiche complementari – ribadisce Edoardo Fiorini, Presidente Aps Associazione Palinuro – Per questo motivo abbiamo deciso di essere partner del progetto Oncowellness che dà spazio e contenuti a queste aree di estrema utilità e sulle quali il paziente non trova spesso indicazioni da parte dei clinici”.
La scelta di una determinata pratica non farmacologica integrata – continua la nota – avviene sulla base dello stato nutrizionale del paziente e deve adattarsi agli specifici problemi causati dalla stessa malattia e agli effetti collaterali dei trattamenti necessari per affrontarla. Queste pratiche vengono utilizzate per i disturbi del sonno, lo stress, i disturbi dell’umore, il dolore, la fatigue, la nausea: con il miglioramento dell’aspettativa di vita è infatti aumentata l’esigenza di migliorare la qualità del tempo guadagnato, senza interferire con le cure oncologiche che spesso continuano per lunghi periodi.
“In base alle evidenze scientifiche, che ovviamente rimangono il criterio di orientamento in questa materia, come in tutta la medicina – sottolinea Stefano Magno, responsabile Centro Komen Italia per i trattamenti Integrati in oncologia, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli, nel gruppo di esperti di Oncowellness – le terapie integrate più utilizzate sono la mindfulness, che nasce dall’integrazione dello yoga con tecniche di psicoterapia, l’agopuntura, la fitoterapia, la musicoterapia e tutto quello che è riunito sotto la definizione di massaggio-terapia mirato ad alleviare disturbi precisi e sintomi dovuti ad effetti collaterali”.
In questi pazienti “è fondamentale un approccio olistico, che faccia sentire il paziente accolto e sostenuto anche dal punto di vista psicologico. A tal fine, molti centri ematologici italiani posseggono professionisti che”, oltre ad assicurare un adeguato apporto proteico ed esercizio fisico, “possano accompagnare il percorso di malattia, offrendo un supporto psicologico”, aggiunge Sara Galimberti, professore ordinari Ematologia, Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università di Pisa e Direttrice Uoc Ematologia Aoup e omponente Gruppo di esperti di Oncowellness.
“L’attenzione alla persona (paziente, caregiver e semplice cittadino) e alle sue esigenze è l’aspetto che caratterizza Pfizer in Oncologia – afferma Biagio Oppi, External Communications Director di Pfizer in Italia – e si concretizza anzitutto nella ricerca e nello sviluppo di farmaci efficaci e sicuri; ma parallelamente anche nello sviluppo di progetti e iniziative, in collaborazione con medici, istituzioni e associazioni pazienti, per aiutare le persone lungo tutto il percorso di cura ed offrire una risposta integrata ai loro bisogni”.
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