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Università, Tar Lazio annulla provvedimenti prove per Medicina

18 Gennaio 2024

Roma, 18 gen. (Adnkronos Salute) – Il Tar per il Lazio, con la sentenza n. 863 del 17 gennaio 2024, ha annullato i provvedimenti che hanno disciplinato le prove di ammissione alla Facoltà di Medicina per l’anno accademico 2023/2024, salvaguardando le posizioni di chi ha superato le prove e si è iscritto ai corsi. E’ quanto fa sapere il Tar del Lazio.

“La sentenza del Tar Lazio dimostra in maniera inequivocabile che è necessario modificare l’accesso a Medicina. Noi 10 anni fa come Federazione chiedevamo al Governo di aumentare i posti a Medicina perché eravamo consapevoli che, nel 2024, molti più medici sarebbero andati in pensione rispetto al numero degli ingressi a Medicina. Oggi invece siamo a fare un discorso inverso. Diciamo al Governo: guardate che il numero degli accessi a Medicina è esorbitante perché fra 10 anni andranno in pensione solo 7mila medici mentre oggi abbiamo consentito l’accesso a quasi 20mila medici”. Così il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, commenta la sentenza con la quale il Tar del Lazio ha annullato i provvedimenti che hanno disciplinato le prove di ammissione alla Facoltà di Medicina per l’anno accademico 2023/2024, salvaguardando le posizioni di chi ha superato le prove e si è iscritto ai corsi. Oltre 3mila i ricorsi dei candidati che non avevano superato il test.

Per Anelli “serve programmare in maniera adeguata, soprattutto tenendo conto del fabbisogno di medici. E’ la via migliore per dare una risposta al sistema, ma soprattutto non illudere i giovani”, sottolinea. “La sentenza del Tar Lazio – osserva – ha riportato nuovamente alla ribalta il tema dell’accesso dei giovani alla Facoltà di Medicina, tema oggetto non soltanto di riflessioni, ma anche di dibattito politico”. Fondamentale, secondo la Fnomceo, una corretta programmazione che va fatta appunto da qui a 10 anni: tanto, infatti, è il tempo necessario per formare completamente un medico.

“Noi – spiega Anelli – dobbiamo registrare come quest’anno andranno in pensione 14.266 medici, mentre l’anno prossimo andranno in pensione 14.918 medici, quindi siamo in piena gobba pensionistica, come la definiscono i tecnici. Dieci anni fa, quando si poteva programmare il numero dell’accesso a Medicina rispetto ai 14.266 medici oggi in uscita, si decise che l’ingresso a Medicina doveva riguardare soltanto 10.576 matricole. Per l’anno prossimo, quando andranno in pensione circa 15mila medici, l’accesso a Medicina fu stabilito, nel 2015, nel numero di 10.434. Un gap così evidente che ha portato alla carenza attuale di medici specialisti e di medicina generale, carenza che si sarebbe potuta evitare se solo si fossero analizzati con puntualità i dati”.

Ma veniamo a oggi. “Quest’anno sono stati stabiliti 19.544 accessi, mentre nel 2034 andranno in pensione 7.189 medici. Dunque il rapporto si è completamente invertito: avremo cioè formato più medici di quanti saranno andati in pensione, con una nuova pletora medica”, prospetta il presidente Fnomceo.

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