Vaccini, pediatra Rotili: “Bene Pnpv 2023-25 che punta su coperture ma serve organizzazione”
Roma, 22 apr. (Adnkronos Salute) – Il Piano nazionale prevenzione vaccinale 2023-2025, “pubblicato in Gazzetta ufficiale nell’agosto scorso”, cerca di “armonizzare un po’ in tutta Italia le coperture vaccinali, ma per fare questo occorre un grosso impegno organizzativo da parte di tutte le componenti della sanità pubblica: ospedali, Irccs, università, ma, soprattutto, la medicina del territorio che è in grado di far elevare le coperture vaccinali non solo tramite i centri vaccinali e i medici di medicina generale, ma soprattutto con i pediatri di libera scelta, perché la loro missione è la prevenzione delle malattie del bambino”. Così all’Adnkronos Salute Pietro Luigi Rotili, vicesegretario Fimp Roma e provincia e consigliere Simpe (Società italiana medici pediatri) Lazio, durante un corso di formazione e aggiornamento dei medici pediatri tenutosi a Roma. Obiettivo: fare il punto sulle vaccinazioni e i dati epidemiologici delle malattie prevenibili nel Lazio.
Le vaccinazioni sono una delle “più grandi conquiste della storia della medicina e un importantissimo strumento di sanità pubblica – sottolinea Rotili, che fa parte del gruppo di lavoro per le strategie vaccinali della Regione Lazio – perché riescono ad evitare malattie potenzialmente fatali o che possono dar luogo a delle gravi conseguenze, oltre a contribuire a far risparmiare lo Stato. Oltre a proteggere il bambino di oggi, infatti, le vaccinazioni proteggono l’adulto di domani e con il raggiungimento dell’immunità di gregge si riesce a proteggere anche coloro che, per vari motivi, non possono essere vaccinati. Avremo così bambini, adulti e anziani immunizzati verso patologie potenzialmente letali e, per questo, credo che sia una grande conquista del Ssn”.
Ma come aumentare le risorse vaccinali, soprattutto tramite il recupero vaccinale, anche per quelli raccomandati? “Qualsiasi progetto di strategia vaccinale deve tener conto di alcune considerazioni – ragiona l’esperto – Per prima cosa deve essere legata all’epidemiologia aggiornata della malattia, adeguata a tutte le acquisizioni scientifiche più recenti e legata a quelle che sono le conquiste farmacologiche più recenti, cioè la disponibilità di vaccini che si siano dimostrati sicuri e efficaci scientificamente. E’ chiaro che fare questo non è semplice”. Infine, aggiunge, “abbiamo degli esempi nel Lazio, a Viterbo, Latina, a Roma, dove nella Asl Roma 1 è stato implementato il progetto Pedivax, nel quale i pediatri di famiglia vaccinano direttamente nei loro ambulatori. Ecco, se posso dire qualcosa che veramente porterebbe ad aumentare le coperture vaccinali è che le vaccinazioni vengano effettuate anche negli ambulatori dei pediatri di famiglia. Abbiamo già esperienze precedenti anche in Toscana dove, così facendo, si sono elevate moltissime le coperture vaccinali”.
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