Comunità energetiche, Egp lancia call to action per terreni in disuso
Roma, 17 giu. (Adnkronos) – AAA cercasi terreni a cui donare nuova vita. Enel Green Power lancia una call to action rivolta a proprietari di terreni inutilizzati disponibili a vendere, o a concedere in affitto, il proprio appezzamento per la realizzazione di impianti fotovoltaici a supporto delle Comunità energetiche. Un’operazione che si traduce in un’opportunità economica, non solo per chi vende o affitta terreni, ma anche ambientale sposando un progetto 100% sostenibile che mira ad avere un importante ruolo all’interno della transizione energetica, contribuendo a contrastare il caro bollette e il climate change. Enel green Power si occuperà soprattutto di impianti fotovoltaici a terra e sarà possibile candidare terreni che abbiano una superficie fino 10 ettari.
Per esempio, in un terreno ad uso industriale che abbia una superficie utile equivalente a circa due campi da calcio (1,5 ettari ovvero 15 mila metri quadrati) è possibile installare un impianto fotovoltaico della potenza di 1 Mw.
Ma cosa sono le comunità energetiche? Si tratta di un nuovo modello di produrre e distribuire energia pulita che consente ai clienti finali, ovvero cittadini, imprese e istituzioni, di associarsi per produrre localmente l’energia elettrica necessaria al proprio fabbisogno, condividendola. In Europa settentrionale e in altre parti del mondo sono realtà già consolidate che si stanno diffondendo anche in Italia con numeri in crescita. I dati parlano chiaro: in 3 anni sono 100 le comunità energetiche mappate da Legambiente nell’ultimo rapporto Comunità Rinnovabili 2021 e tra queste ben 59 sono le nuove censite tra giugno 2021 e maggio 2022, che vedono il coinvolgimento di centinaia di famiglie, decine di Comuni e imprese.
Se i numeri attuali possono sembrare modesti, la crescita nei prossimi anni tenderà a essere esponenziale, supportata dalla necessità urgente di promuovere l’elettrificazione e accelerare la decarbonizzazione, contribuendo alla dipendenza energetica del paese. Secondo stime del Mite, infatti, le prospettive di sviluppo al 2030 delle Comunità energetiche sono di 7 GW di potenza, tenendo anche conto dei finanziamenti previsti dal Pnrr.
Benefici per l’ambiente, in bolletta e per il territorio. A livello Paese certamente il principale beneficio è quello di accelerare la strada verso la piena decarbonizzazione. Ma creare una Comunità energetica permette di ottenere anche benefici economici per i consumatori che, utilizzando l’energia prodotta dall’impianto rinnovabile in prossimità, possono godere di una riduzione delle spese in bolletta grazie ai meccanismi di incentivazione previsti per le comunità energetiche.
E non solo. Il modello di comunità energetica, come ad esempio quello proposto da Enel Green Power sarà in grado di rilanciare il tessuto industriale (generando lavoro per installatori di impianti fotovoltaici di taglie medio-piccole), l’occupazione (ricercando nuovi profili green) e di promuovere l’economia circolare, in quanto gli impianti vengono tipicamente realizzati su terreni industriali dismessi a cui viene data nuova vita. Come spiega Sebastiano Ambrogio, Responsabile Renewable Energy Community Business Unit di Enel Green Power: “Le Comunità Energetiche Rinnovabili rappresentano un’opportunità di sostegno e rilancio alla crescita delle Piccole e Medie Imprese che possono diventare nostri partner industriali con un ruolo nello sviluppo, realizzazione, esercizio e manutenzione degli impianti rinnovabili”.
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche