Inflazione, Rustichelli (Antitrust): “E’ tassa più odiosa per famiglie”
“Tensioni inflattive ancora importanti impongono che l’attenzione della politica economica continui a essere rivolta anche alla figura del consumatore”. E’ la sollecitazione che rivolge il presidente dell’Antitrust, Roberto Rustichelli, nella relazione annuale al Parlamento. “In questo contesto, la tutela del suo benessere assume una dimensione non solo individuale, e non solo economica, ma anche collettiva e sociale, soprattutto quando aumentano le disuguaglianze e si ampliano le fasce di povertà nella popolazione. È noto, infatti, che l’inflazione grava più sulle famiglie che hanno una minore capacità di spesa; come ripetono spesso gli economisti è la “tassa più odiosa”: colpisce i bisognosi più dei ricchi, riduce il valore dei risparmi e pesa particolarmente sui lavoratori a reddito fisso. Infatti, per il 20% delle famiglie meno abbienti, l’inflazione effettiva arriva a essere quasi il doppio di quella delle famiglie più ricche”, evidenzia Rustichelli. “L’attività di tutela della concorrenza non è diretta a ridurre le fisiologiche imperfezioni dei mercati, ma è volta ad assicurare che il loro funzionamento non sia distorto da comportamenti patologici delle imprese che configurano precise violazioni di legge. Del resto, anche in una fase di instabilità macroeconomica, il valore degli interventi a tutela della concorrenza va letto in una prospettiva di medio periodo. In quest’ottica, le numerose istruttorie in corso non hanno solo un valore contingente, ma anche prospettico. Dalla stima effettuata secondo la consolidata metodologia sviluppata dall’Ocse, emerge che gli interventi dell’Autorità in materia di concorrenza hanno generato benefici a favore delle imprese e dei consumatori di circa un miliardo nel 2022 e di cinque miliardi e mezzo negli ultimi quattro anni”, ha sottolineato Rustichelli.
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