Inps/Nuova Collaborazione: presentato il Report 2023 curato dall’«Osservatorio Inps sul lavoro domestico»
Dal Report 2023 presentato dall’Osservatorio Inps sul lavoro domestico, emerge un settore poco conosciuto ma di crescente importanza per il futuro dell’Italia. L’appuntamento annuale con i dati statistici dell’Inps rappresenta un momento cruciale per valutare la sensibilità sociale e civica su questa tematica, sia dal punto di vista strategico che familiare. Secondo i dati dell’Inps e di Nuova Collaborazione, nel 2022 il numero dei lavoratori domestici è sceso a 894.299, registrando un decremento del 7,9% rispetto all’anno precedente. L’86,4% di questi lavoratori sono donne e l’età media è in aumento, con il 17,2% che rientra nella fascia tra i 50 e i 54 anni. “L’Osservatorio sul lavoro domestico in particolare – ha evidenziato Caridi – pone in controluce il tema dell’inverno demografico. Il lento processo di invecchiamento demografico della popolazione e i cambiamenti nella struttura sociale hanno determinato un crescente bisogno di sostegno delle famiglie, rendendo il lavoro domestico regolare una componente stabile del mercato del lavoro italiano con circa 900 mila addetti” ha sottolineato il Direttore Generale Inps, Vincenzo Caridi, evidenziando come gli Osservatori INPS costituiscano un punto di vista privilegiato per comprendere le dinamiche economiche e sociali del Paese. Ancora secondo i dati il Nord-Ovest è l’area geografica con il maggior numero di lavoratori domestici, in particolar modo la regione Lombardia. L’analisi dei dati sulle retribuzioni evidenzia che la percentuale più elevata dei lavoratori domestici ha una retribuzione annua superiore ai 13.000 euro, con il 14,6% del totale. La tipologia di rapporto più comune per i lavoratori domestici è quella di “Colf”, che interessa il 52% del totale, seguita dalla tipologia di “Badante” con il 48%, con un trend crescente di badanti rispetto a colf. In generale, i dati evidenziano la diminuzione del numero di lavoratori domestici, l’aumento dell’età media e la prevalenza delle donne in questo settore. Il report sottolinea anche l’importanza di politiche adeguate e del riconoscimento del valore del lavoro domestico per tutta la società. “I lavoratori domestici non rappresentano più soltanto una leva occupazionale ma sono diventati centrali nell’organizzazione del lavoro di cura della casa e della famiglia. La politica dal canto suo deve aiutare noi e le famiglie con provvedimenti duraturi nel tempo, soprattutto in materia fiscale, per agevolare l’assunzione dei collaboratori domestici, oltre a programmi che facciano emergere anche il lavoro irregolare. L’appello che voglio rivolgere alla politica e alle istituzioni è quello di porre maggiore interesse e sensibilità nei confronti del lavoro di cura” ha dichiarato Alfredo Savia, Presidente Nuova Collaborazione. La risposta arriva dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, intervenuta al convegno: “Il lavoro domestico e familiare è un comparto importante che necessita di regole certe perché abbiamo bisogno che i rapporti di lavoro domestico siano dichiarati, non solo per l’attività ispettiva ma anche per il dimensionamento del valore sociale di questa funzione”. Insomma, due prospettive si incontrano: quella della responsabilità dei datori di lavoro nella creazione e gestione dell’occupazione, e quella dei decisori politici nell’affrontare il lavoro domestico irregolare, in un contesto in cui la popolazione invecchia sempre di più.
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