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Mediterraneo: il futuro è donna

25 Maggio 2023
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Istruzione, meritocrazia, quote rosa, inclusività, indipendenza economica tutto al femminile. Sono stati diversi gli argomenti affrontati durante il forum “Mediterraneo: il futuro è donna” organizzato dalla Fondazione Med-Or il cui scopo è quello di promuovere attività culturali, ricerca e formazione scientifica, per rafforzare gli scambi e i rapporti internazionali tra l’Italia e i Paesi dell’area del Mediterraneo. Cinque donne, cinque storie di successo. Loro le protagoniste. Ognuna, con il proprio background, ha raccontato la propria esperienza personale nel paese di appartenenza e di come sia stato difficile, ma non impossibile, affermarsi nel ruolo attuale. L’importanza del ruolo femminile nei paesi del Mediterraneo è un tema fondamentale nel percorso verso lo sviluppo e l’equità di genere. L’accesso all’istruzione per le donne ha dimostrato di essere un potente motore di cambiamento, consentendo loro di sviluppare competenze e di accedere a opportunità che altrimenti sarebbero state negate. La promozione della meritocrazia è altrettanto essenziale per garantire che le donne possano emergere e raggiungere posizioni di potere, basate sulle loro competenze e capacità. Solo attraverso la meritocrazia, le donne possono contribuire pienamente al progresso sociale ed economico dei loro paesi. C’è chi crede nell’importanza delle quote rosa, come Radmila Šekerinska, già Ministro della difesa della Macedonia del Nord, che ha dovuto affrontare una forte misoginia nel proprio paese, e chi invece non ci crede affatto, puntando tutto sulla meritocrazia e l’importanza dell’istruzione come Ebtisam Al Kitbi, Presidente dell’Emirates Policy Center e membro della commissione consultiva del Consigljo di Cooperazione del Golfo e Mayamba Cindy Mwanawasa, Consigliere politico del Presidente della Repubblica di Zambia. Un passo ulteriore verso l’indipendenza economica delle donne implica garantire pari opportunità di impiego e imprenditorialità, eliminando gli ostacoli culturali e strutturali che limitano la loro partecipazione attiva. Solo quando le donne sono emancipate economicamente, possono esprimere il loro pieno potenziale e contribuire in modo significativo alla crescita sostenibile dei paesi del Mediterraneo.

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