Vulvodinia, non è una malattia immaginaria, esiste una diagnosi
Altro che malattia inventata, ha sintomi scomodi e personali la vulvodinia, un dolore cronico localizzato a livello della vulva, genitali esterni, e che può persistere da 3 a 6 mesi. Oggi, per questa patologia femminile esiste una diagnosi e la guarigione. Riconosciuta come ‘problema ad alto impatto sociale’, per la vulvodinia il 3 maggio 2022 è stata presentata la proposta di legge alla Camera dei deputati, per il suo inserimento all’interno del Sistema sanitario nazionale (Ssn) e dei Livelli essenziali di assistenza (Lea). La vulvodinia è il dolore si genera a causa di un’alterazione su base infiammatoria delle terminazioni nervose, in particolare del nervo pudendo, la fibra nervosa che innerva i genitali esterni di uomo e donna e che controlla la contrazione muscolare del pavimento pelvico. La patologia – che interessa il 16% delle italiane tra i 20 e i 40 anni – è caratterizzata dalla contrazione dei muscoli della zona genitale (ipertono del pavimento pelvico) con un dolore cronico che può diventare anche invalidante. Al momento della diagnosi, il 70% delle donne lamenta dolore vulvare da più di un anno e il 48,3% da uno a 5 anni. I Sintomi riportati sono: prurito; bruciore; gonfiore delle piccole e grandi labbra; perdite vaginali; disturbi urinari; sensazione di puntura di spillo o fitte, di abrasioni o presenza di corpo estraneo. La Vulvodinia può manifestarsi in seguito a cadute, interventi chirurgici, infezioni ricorrenti, abuso di antibiotici e antimicotici, attività fisica molto intensa, stipsi (stitichezza) e disfunzioni urinarie. Per ridurre i sintomi dovuti all’irritazione vulvare si consiglia un abbigliamento comodo, biancheria e l’uso di detergenti non aggressivi. Sono sconsigliati rapporti sessuali. L’approccio terapeutico prevede una serie di interventi diverso per ogni caso specifico con l’obiettivo di ridurre il dolore, ripristinare le funzioni e migliorare lo stato di benessere fisico, psicologico e della qualità di vita. Altre informazioni sul sito dell’Associazione italiana Vulvodinia www.vulvodinia.org
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