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A scuola di vaccini

Il nostro futuro resta in mano ai vaccini

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Il nostro futuro resta in mano ai vaccini

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Il nostro futuro resta in mano ai vaccini

Il nostro futuro resta in mano ai vaccini

Davanti alla marea umana inglese, alla caccia disperata di un biglietto per Wembley ignorando le più elementari misure di prudenza, al cospetto dello stesso stadio londinese zeppo quasi al 100% e alle piazze italiane impazzite per gli Azzurri ci aggrappiamo sempre più alla campagna vaccinale. In queste ore, inutile negarlo, con qualche tremore in più. Gli spostamenti per le vacanze, gli eventi di massa di cui sopra e il ritorno della mobilità dei ragazzi stanno facendo risalire ovunque i contagi. I modelli matematici non mentono, sappiamo tutti che una quota di nuovi casi è il prezzo da pagare alla recuperata libertà. Tutti sappiamo anche che l’unica – vitale – differenza con l’estate e l’autunno dell’anno scorso è rappresentata dai vaccini. Alla risalita dei contagi, al momento, non corrisponde un’impennata dei ricoveri ospedalieri. Prova che l’immunizzazione funziona e che le varianti sono pericolose ma non fuori controllo. Persino nell’Inghilterra travolta dalla febbre pallonara. Da più parti si sottolinea come sia la curva dei casi gravi a dover essere osservata con il massimo dell’attenzione, per misurare il reale impatto della campagna vaccinale.

Detto questo, non possiamo pensare di sentirci sollevati da qualsiasi compito e responsabilità.

I vaccini non possono coprire comportamenti pericolosi, se non direttamente folli. Come ricordato più volte su queste colonne, non esiste vaccino contro la stupidità e questo ci porta a dover affrontare un tema scivoloso, per chi si professi di cultura liberale e laica. Davanti ai duecentomila insegnanti che rifiutano ancora oggi la vaccinazione, l’ipotesi dell’obbligatorietà non può essere esclusa a priori. Non abbiamo sufficienti scorte, al momento, per rendere obbligatorio il vaccino per tutti, ma determinate categorie non possono trincerarsi dietro una libertà di scelta che finisce per inficiare i diritti altrui. Il ministro della Pubblica istruzione Bianchi ha chiarito di essere contrario a qualsiasi ipotesi di obbligatorietà per i professori ma noi ci chiediamo con quale leggerezza un insegnante possa recarsi in aula, in mezzo ai nostri figli, sapendo di poterli mettere a rischio. Solo un supremo egoismo può giustificare un atteggiamento del genere. Abbiamo il diritto di essere tenuti al sicuro da medici di Pronto soccorso e professori (che non possiamo certo scegliere, in entrambi i casi) che decidano di giocare con il destino, facendosi forti del senso di responsabilità altrui. A proposito di quest’ultimo, non è ammissibile che una società matura e complessa abbia bisogno sempre di uno Stato-mamma per capire come comportarsi. In sintesi, non si può normare tutto ma è giusto regolamentare i settori più delicati. Non vogliamo la legge in camera da letto ma dobbiamo anche saper regolarci da persone responsabili. Possiamo urlare Forza Azzurri senza giocarci ai dadi il futuro.   Di Fulvio Giuliani

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