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Come sarebbe stato il blocco negli anni ’90

Se ci fosse stata la pandemia anni fa, quando ancora non esisteva Internet, non avremmo potuto svolgere molte delle attività che ci hanno fatto compagnia in questi mesi. La tecnologia è un grande plus nelle nostre vite, non un’antagonista.

Come sarebbe stato il blocco negli anni ’90

Se ci fosse stata la pandemia anni fa, quando ancora non esisteva Internet, non avremmo potuto svolgere molte delle attività che ci hanno fatto compagnia in questi mesi. La tecnologia è un grande plus nelle nostre vite, non un’antagonista.

Come sarebbe stato il blocco negli anni ’90

Se ci fosse stata la pandemia anni fa, quando ancora non esisteva Internet, non avremmo potuto svolgere molte delle attività che ci hanno fatto compagnia in questi mesi. La tecnologia è un grande plus nelle nostre vite, non un’antagonista.
Se ci fosse stata la pandemia anni fa, quando ancora non esisteva Internet, non avremmo potuto svolgere molte delle attività che ci hanno fatto compagnia in questi mesi. La tecnologia è un grande plus nelle nostre vite, non un’antagonista.
  Facciamo un piccolo sforzo di fantasia e proviamo a immaginare se la pandemia del Covid si fosse diffusa negli anni Novanta oppure, se preferite, nelle decadi precedenti. Cos’avremmo potuto fare? Di sicuro leggere, suonare il piano, guardare le stelle, giocare alle figurine, a carte e a scacchi. Saremmo potuti stare al telefono con i parenti per ore e avremmo potuto guardare le puntate di “Love Boat” (ma soltanto quando il palinsesto dell’emittente tv lo avesse previsto). Nel 1990 non esistevano ancora Internet, meno che mai lo smart working, la televisione satellitare con i servizi on demand o i podcast radiofonici così come la possibilità di ascoltare all’infinito la musica in streaming su Spotify o Amazon Music (magari chiedendola con la voce al sistema domestico di intelligenza artificiale Alexa). Niente aperitivi con gli amici in video, nessuna chat passatempo con i gruppi WhatsApp, zero videochiamate con mamma, papà e zii e nonni. A farci compagnia sarebbero stati soltanto le cassette Vhs, i dischi e le musicassette collezionati. Avremmo fatto tante cose ma molte meno di quelle con le quali oggi possiamo trascorrere il tempo. Se usata con criterio e senza paure, la tecnologia è un amplificatore di vita, non un suo sostitutivo. Gli strumenti digitali devono essere visti e interpretati come qualcosa che migliora la nostra vita, non come un ostacolo al nostro lavoro e ai nostri rapporti interpersonali. La tecnologia è un facilitatore della nostra esistenza, non un suo antagonista; è un plus, qualcosa in più che possiamo fare e che non si sostituisce ad altro. Quando vediamo i nostri figli giocare, urlare e scaldarsi parlando con gli amici attraverso un paio di cuffie non dobbiamo ritenere che siano asociali, non dobbiamo pensare che siano pigri ma semmai capire che hanno un modo diverso di interpretare la socialità̀ e che non è scritto da nessuna parte che sia peggiore del nostro. «La nostra gioventù ama il lusso, è maleducata, se ne infischia dell’autorità e non ha nessun rispetto per gli anziani. I ragazzi d’oggi sono tiranni. Non si alzano in piedi quando un anziano entra in un ambiente, rispondono male ai loro genitori…». Questa frase non è stata pronunciata da un contemporaneo ma da Socrate. Ogni generazione è sempre stata convinta di essere migliore di quella successiva, non facciamo anche noi lo stesso errore. Se dobbiamo trarre una lezione da questo incredibile periodo pandemico è l’enorme e inconfutabile quantità di scelte e opportunità in più che la tecnologia, in particolare Internet, ha portato nelle nostre vite. di Rudy Bandiera

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