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Coppia d’Assi

Draghi-Macron, la grande occasione

Oggi, a Marsiglia, il vertice Italia-Francia, universalmente sintetizzato Draghi-Macron.

Del resto, personalizzare sembra irrinunciabile. È pericoloso banalizzare gli equilibri internazionali, riducendoli al frutto di relazioni personali fra leader. Le naturali simpatie o antipatie hanno un’umana rilevanza, ma è inutile mitizzare situazioni e personalità. Sia con Emanuele Macron che con Mario Draghi è facile cedere a questa tentazione. Per la caratura dei due, il carisma e le rispettive storie.

Detto questo, è innegabile che il vertice odierno vada ben oltre il rito dei ‘bilaterali’ fra Roma e Parigi. Le circostanze geopolitiche, con l’esplosione della crisi afghana e l’avvicinarsi delle elezioni in Germania – che costringono Berlino a una inevitabile empasse nell’attesa del successore di Angela Merkel – mettono Francia e Italia in una condizione mai vista.

Parigi, con l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, ha di gran lunga l’apparato militare più imponente dell’Ue, incentrato sulla strategica force de frappe nucleare. Qualsiasi ragionamento sulla difesa europea o, più realisticamente, una maggiore partecipazione agli sforzi della Nato, non può prescindere dal massimo coinvolgimento della Francia. Quest’ultima, peraltro, ha una storica posizione di critica della struttura e della strategia dell’Alleanza atlantica, che risale a De Gaulle ma che lo stesso Macron ha recentemente ribadito.

L’Italia, che limitatamente allo scacchiere mediterraneo ha pure fatto investimenti militari non trascurabili in relazione alle sue possibilità, si trova in una posizione politica invidiabile. Ha la presidenza di turno del G20 e vanta un capo del governo che è una delle rarissime personalità europee di livello e carisma riconosciuti in tutto il mondo. Un leader ascoltato con rispetto, in ogni contesto e circostanza.

Mario Draghi ed Emmanuel Macron, dunque, hanno in mano il pallino dell’iniziativa politica europea. Non troverete alcun accenno a tutto questo nel comunicato di fine vertice, che abbonderà di buoni propositi e classiche vaghezze, ma auguriamoci che nelle sale di Marsiglia i due statisti abbiano la forza di porsi obiettivi strategici di ampio respiro, da portare sui tavoli europei.

È una opportunità forse irripetibile, saperla cogliere un fardello dei capi. A medio termine, però, non potranno prescindere dal sostegno dei rispettivi governi e della pubblica opinione, assuefatta da anni di politica concentrata solo sul proprio ombelico.

Draghi e Macron non potranno ballare a lungo da soli.

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