Accordo nucleare nel Pacifico
| Esteri
La strategia di politica estera dei Democratici americani si svolgerà nel Pacifico.

Accordo nucleare nel Pacifico
La strategia di politica estera dei Democratici americani si svolgerà nel Pacifico.
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Accordo nucleare nel Pacifico
La strategia di politica estera dei Democratici americani si svolgerà nel Pacifico.
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Inutile girarci intorno, per i Democratici americani la politica estera è nel Pacifico, e mai nome di un oceano fu più azzardato. L’accordo per la fornitura all’Australia di tecnologia per la propulsione nucleare sottomarina cambia la postura di Canberra dal contenimento all’offensiva, apre ai sottomarini nucleari americani la logistica australiana (negata invece dalla Nuova Zelanda), riporta il Regno Unito nel ruolo di partner globale, spiega ai cinesi che la strada del riarmo implica reazioni non da ballo all’ambasciata, rinvigorisce il ruolo degli Usa verso altri alleati storici, dal Giappone a Taiwan alle Filippine. Ma tira un altro bel petardo nel cortile della Nato e dell’Ue perché silurare la commessa dei francesi – che nel Pacifico hanno interessi veri, cittadini e territori d’oltremare – non sarà atto privo di conseguenze.
Come non può esserlo con il resto dei partner europei già maltrattati sulla questione afghana. Biden rompe definitivamente con la strategia da bullo di Trump, quella dello scontro con la Cina come un ‘uno contro uno’ fuori dal saloon, ma non segue nemmeno la strategia dell’ultimo Obama: stringere accordi commerciali e sottostanti accordi economici con l’idea di costruire un’area – dall’Ucraina al Giappone – coesa politicamente, economicamente, militarmente. Biden vuole parlare solo inglese con tutti gli accenti possibili. A Bruxelles dovranno ragionare: se qualcuno al saloon fa all in e noi si passa la mano al tavolo non si conta più nulla, non a Tahiti ma nemmeno nel Mediterraneo.
di Flavio Pasotti
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