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Bilozerske, batosta russa

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Bilozerske. Le Forze armate ucraine hanno completato il quarto grande accerchiamento di quelle russe nei pressi del saliente che dalle campagne a Nord-Ovest di Myrnohrad avrebbe permesso loro d’avanzare nel Donbas ucraino

Bilozerske

Bilozerske, batosta russa

Bilozerske. Le Forze armate ucraine hanno completato il quarto grande accerchiamento di quelle russe nei pressi del saliente che dalle campagne a Nord-Ovest di Myrnohrad avrebbe permesso loro d’avanzare nel Donbas ucraino

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Bilozerske, batosta russa

Bilozerske. Le Forze armate ucraine hanno completato il quarto grande accerchiamento di quelle russe nei pressi del saliente che dalle campagne a Nord-Ovest di Myrnohrad avrebbe permesso loro d’avanzare nel Donbas ucraino

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Bilozerske. Le Forze armate ucraine hanno completato il quarto grande accerchiamento di quelle russe nei pressi del saliente che dalle campagne a Nord-Ovest di Myrnohrad avrebbe permesso loro d’avanzare nel Donbas ucraino, ‘decapitando’ quella figura stilizzata di coniglio che sembrava apparire sulle mappe militari in cui diversi think tank avevano tracciato gli avanzamenti russi.

Gli occupanti rimasti vivi in quelle quattro sacche stanno deponendo le armi consegnandosi agli ucraini mentre quelli nelle retrovie battono in ritirata oltre Koptevo, perché anche quest’ultima è sotto il fuoco delle truppe ucraine che convergono lì da Vladymyrovka. Per Mosca è una disfatta storica, che nei primi dieci giorni di settembre riconsegna agli ucraini dieci volte più territorio di quanto i russi ne abbiano espugnato in quell’area in tutto il mese d’agosto.

Costata alla Federazione Russa oltre 100mila uomini, la fallita offensiva estiva ha infatti visto concentrare sul fronte di Pokrovsk almeno il 35% degli assalti, con un guadagno territoriale che nell’ultimo mese aveva prodotto tuttavia appena 5 km2 di terra bruciata.

Chiudendo il nemico dapprima a Kucheriv Yar, poi fra Nykanorivka e Maiak, quest’ultima e Novotoretske e poi ancora ricongiungendosi da lì al contingente che avanzava da Razine, gli ucraini hanno fatto saltare il piano russo d’assedio a Pokrovsk allentando enormemente la pressione anche sulla vicina Myrnohrad. La situazione sul fronte Nord non è affatto migliore per i russi, che fra le oblast’ di Sumy e Kursk hanno appena perso un’intera brigata d’élite, un posto di comando e il generale che lo guidava.

Distrutti i sistemi di lancio Buk e Tor che i russi avevano disposto a protezione delle aree che erano riusciti a espugnare, gli ucraini hanno centrato una dopo l’altra tutte le maggiori roccaforti da cui erano tenuti sotto tiro. Tyotkino, che in un video pubblicato sul canale YouTube e sul sito web di questo giornale il sindaco di Bilopillia menzionava indicando ad Alla Perdei e me come proprio da lì i russi massacrassero i suoi concittadini, è quasi del tutto sepolta sotto le macerie. Con ondate di bombe Hammer e J-Dam, l’aviazione ucraina sta capovolgendo anche quel fronte.

La Russia ritira le sue unità dissanguate dalle aree che aveva aggredito e posiziona i propri sistemi di lancio in zone più arretrate di Kursk, Briansk e Bilhorod perché ad avere il predominio aereo sul fronte Nord è l’Ucraina. Su quello Sud fallisce del tutto un’offensiva bagnata nel sangue di 100mila suoi uomini ma di tutto questo non v’è praticamente traccia su alcun giornale italiano.

Due settimane fa titolavano quasi tutti a piena pagina che l’esercito di Putin aveva sfondato il fronte ucraino, perché qualche incursore e sabotatore kamikaze russo lanciatosi in motocicletta era riuscito a occupare alcuni cascinali uccidendo i civili che vi abitavano. Oggi non si scrive d’altro che dell’incursione russa in Polonia, dimenticando nella maggior parte dei casi che anche da lì l’Europa e la Nato dovrebbero trarre importanti conclusioni.

Come ha sottolineato Nona Mikhelidze ieri su “Il Foglio”, con ogni probabilità l’esercito ucraino è oggi il meglio addestrato e tecnicamente più pronto nel Vecchio Continente ed è tutto interesse dell’Alleanza Atlantica accorparlo per difendere l’Europa. Forse ancor più di quanto sia vero il contrario. Basti pensare che, usando F-35 e missili da milioni di euro ciascuno, i Paesi della Nato insieme hanno abbattuto appena il 21% dei 19 droni russi che hanno attaccato la Polonia (5 di essi erano diretti proprio alla base Nato diRzeszów), mentre l’Ucraina da sola ha neutralizzato il 90% dei ben 458 vettori che, fra droni e altri missili di vario tipo, quella stessa notte la Federazione Russa aveva lanciato contro le sue città.

Se l’obiettivo russo era sfondare il fronte ucraino si può dire che è miseramente fallito. Non si può tuttavia fare altrettanto per quello di mettere alla prova difese di un’Alleanza che da Kyiv ha ancora molto da imparare o di testare la tenuta del fronte mediatico della guerra. L’unico su cui Mosca continua ad avanzare.

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