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Canberra aiuta Papua Nuova Guinea

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L’Australia e la Papua Nuova Guinea hanno stretto un importante accordo economico ed infrastrutturale. L’obiettivo è accrescere le potenzialità del Pacifico e contrastare le mire espansionistiche della Cina.

Canberra aiuta Papua Nuova Guinea

L’Australia e la Papua Nuova Guinea hanno stretto un importante accordo economico ed infrastrutturale. L’obiettivo è accrescere le potenzialità del Pacifico e contrastare le mire espansionistiche della Cina.
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Canberra aiuta Papua Nuova Guinea

L’Australia e la Papua Nuova Guinea hanno stretto un importante accordo economico ed infrastrutturale. L’obiettivo è accrescere le potenzialità del Pacifico e contrastare le mire espansionistiche della Cina.
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La sorte logistica e l’influenza geopolitica dei principali porti del Pacifico sono al centro di un crescente piano di investimenti del governo australiano. Le istituzioni di Canberra hanno lanciato un piano di investimento, rimodernamento e riqualificazione dei principali sbocchi portuali della Papua Nuova Guinea. L’importante programmazione economica, calcolata attorno ai cinquecento milioni di dollari, intende accrescere le capacità logistiche e commerciali del Pacifico, contrastando le mire espansionistiche del colosso cinese. Nel corso delle ultime settimane, il primo ministro Scott Morrison e il primo ministro della Papua Nuova Guinea James Marapehanno avviato una importante programmazione congiunta, dopo un intenso incontro online, sottoscrivendo accordi economici e infrastrutturali del valore di 580 milioni di dollari: un intenso programma di riqualificazione delle capacità infrastrutturali e logistiche in diversi punti del Pacifico con una serie di prestiti e sovvenzioni vantaggiose per le istituzioni della Papua Nuova Guinea. L’azione del governo australiano è legata a preoccupazioni di carattere geopolitico e punta a rafforzare le capacità di monitoraggio di Canberra nel contrastare l’influenza locale della Cina, accusata di utilizzare «la trappola della diplomazia del debito» per imprigionare le nazioni più povere a progetti costosi utili alle sue mire espansionistiche. «Vogliamo sostenere la sovranità, l’indipendenza e il controllo logistico della Papua Nuova Guinea. Un obiettivo molto importante al centro di tutti i nostri interventi di supporto economico e assistenza finanziaria», ha dichiarato il primo ministro Morrison. Alcuni porti della Papua Nuova Guinea hanno strutture obsolete e l’Australia punta a ridare una centralità geografica e commerciale al Lae Tibal Basin, lo scalo marittimo più grande del Paese che potrebbe divenire un hub centrale del Pacifico una volta migliorata la sua capacità di accogliere le navi portacontainer che trafficano nel Sud-Est asiatico. Ulteriori progetti infrastrutturali saranno sviluppati anche presso Kimbe, la costa settentrionale della Nuova Bretagna, a Lorengau sull’isola di Manus, a Kavieng nella Nuova Irlanda, nella West Sepik e a East Sepik. James Marape, primo ministro della Papua Nuova Guinea, ha sostenuto che l’accordo con le istituzioni australiane risulta di particolare importanza poiché fornisce ulteriori vantaggi reciproci all’accordo di partenariato strategico fra le due nazioni. La Papua Nuova Guinea è uno dei Paesi più poveri al mondo ma le sue capacità logistica e portuale la posizionano fra le prime venti economie in crescita nella regione australiana e indonesiana. L’attenzione indesiderata della Cina e la volontà di voler controllare i traffici commerciali via mare da parte di Pechino hanno spinto Camberra a dedicare una seria e precisa programmazione alle prospettive future delle infrastrutture locali. L’Australia – insieme a Stati Uniti, Nuova Zelanda, Canada e Giappone – ha siglato inoltre un importantissimo accordo economico per elettrificare una parte significativa della Papua Nuova Guinea, generando nuove dinamiche economiche e industriali per la crescita occupazionale e infrastrutturale della regione.   di Domenico Letizia

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