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Ci mancava l’apocalisse sulla tv russa

Il politologo Mikheyev, ospite di un programma della tv russa ha avvertito l’Europa che in caso di attacco nucleare russo “Varsavia sarebbe spazzata via in 30 secondi”. Peccato però che toccherebbe pure Mosca e San Pietroburgo.
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Ci mancava l’apocalisse sulla tv russa

Il politologo Mikheyev, ospite di un programma della tv russa ha avvertito l’Europa che in caso di attacco nucleare russo “Varsavia sarebbe spazzata via in 30 secondi”. Peccato però che toccherebbe pure Mosca e San Pietroburgo.
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Ci mancava l’apocalisse sulla tv russa

Il politologo Mikheyev, ospite di un programma della tv russa ha avvertito l’Europa che in caso di attacco nucleare russo “Varsavia sarebbe spazzata via in 30 secondi”. Peccato però che toccherebbe pure Mosca e San Pietroburgo.
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Il politologo Mikheyev, ospite di un programma della tv russa ha avvertito l’Europa che in caso di attacco nucleare russo “Varsavia sarebbe spazzata via in 30 secondi”. Peccato però che toccherebbe pure Mosca e San Pietroburgo.
In Occidente non lo conosce quasi nessuno: si chiama Serghey Mikheyev, fa il politologo e sulla televisione russa, ospite di uno dei programmi più seguiti condotto da Vladimir Solovyov, oligarca e uomo di fiducia di Putin, ha avvertito l’Europa che in caso di attacco nucleare russo «Varsavia sarebbe spazzata via in 30 secondi». Ascoltate senza pensare al contesto odierno della guerra vera in Ucraina, queste frasi sul nucleare rimanderebbero al cinema tragico sul nichilismo del potere e sulle sue derive d’onnipotenza. Viene alla mente il colonnello Kurtz, interpretato da Marlon Brando in “Apocalypse Now” di Coppola, oppure Peter Sellers ne “Il dottor Stranamore. Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba” di Stanley Kubrick, due capolavori in pellicola sulla follia della distruzione. Purtroppo Mikheyev non è un attore e le sue parole – oltre a portarci fuori dalla celluloide, nella disperazione dei russi frustrati da un’invasione prepotente in cui si sono impantanati – rendono reali gli incubi del pianeta, seppellendo in un baleno mezzo secolo e passa di dottrina militare del mondo civilizzato. Una dottrina che ha fatto e fa della deterrenza nucleare, e non del suo tirarsi i missili come fossero freccette, l’equilibrio del potere e della forza. Parole, per giunta, di un politologo smemorato perché Varsavia non ci sarebbe più in pochi secondi ma pure Mosca e San Pietroburgo. Dato che a quel punto la distruzione non sarebbe più una questione di cronometro ma della fine. Di tutto. Dasvidania. di Jean Valjean

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