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Armi chimiche sull’Ucraina

Che i russi usino armi chimiche sull’Ucraina non è una novità, ma ora a registrare quest’indegna attività è anche il Dipartimento di Stato Usa

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Armi chimiche sull’Ucraina

Che i russi usino armi chimiche sull’Ucraina non è una novità, ma ora a registrare quest’indegna attività è anche il Dipartimento di Stato Usa

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Armi chimiche sull’Ucraina

Che i russi usino armi chimiche sull’Ucraina non è una novità, ma ora a registrare quest’indegna attività è anche il Dipartimento di Stato Usa

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Che i russi usino armi chimiche sull’Ucraina non è una novità, ma ora a registrare quest’indegna attività è anche il Dipartimento di Stato Usa

Khotyn – Ne scrissi già diversi mesi fa dalle trincee, mostrando con Alla Perdei in più d’un video (visibile sul canale YouTube e sul sito de “La Ragione”) le maschere antigas usate dai russi per muoversi velocemente verso gli avamposti ucraini appena abbandonati dalle Zsu, costrette alla ritirata perché avvolte da nubi di sostanze chimiche soffocanti. Che i russi usino armi chimiche contro le Forze armate ucraine non è una novità. Tuttavia è importante che a registrare ufficialmente quest’indegna attività sia ora anche il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America, cioè del primo partner militare dell’Ucraina. Da ieri sul sito ufficiale dell’istituzione si legge infatti che tale violazione della Chemical Weapons Convention (Cwc) non è un incidente isolato ma un mezzo con cui sistematicamente le Forze armate russe inducono quelle ucraine a sloggiare dalle proprie posizioni fortificate, ottenendo così significativi vantaggi tattici sul campo di battaglia.

Ai sensi della legge Chemical Biological Warfare (Cbw), il Dipartimento di Stato americano ha stabilito che la Federazione Russa ha utilizzato come arma chimica la cloropicrina, indicando col Dipartimento del Tesoro tre enti governativi russi associati ai programmi sullo sviluppo d’armi chimiche e biologiche e quattro società (sempre russe) che le sostengono: le truppe di difesa Rcb (radiologica, chimica e biologica) del Ministero della Difesa della Federazione Russa, l’Istituto di ricerca scientifica d’acustica applicata Fgup Niipa e l’Istituto centrale di ricerca scientifica del Ministero della Difesa – 48° Tsnii. In totale, gli Stati Uniti hanno sanzionato ieri oltre 280 individui ed entità.

I lettori più attenti ricorderanno che Alla e io abbiamo rilevato ampio uso di cloropicrina già sul fronte Est ai tempi della cosiddetta ‘prima controffensiva’, quando i russi si trincerarono a Boromlia e Dovhenke sterminando la quasi totalità della popolazione locale (in ritirata, avvelenarono perfino i pozzi), poi su quello Sud di Novoprokopivka, Verbove e Robotyne e infine sulla sponda Est del fiume Dnipro, nei pressi della testa di ponte ucraina a Krynky. In un articolo pubblicato da questo giornale lo scorso 13 marzo spiegavo inoltre come – a causa delle piccole dimensioni della sua molecola – la cloropicrina sia in grado di ‘bucare’ le barriere opposte dalle maschere a gas: basta inalarne infatti i vapori per qualche minuto per rischiare l’edema polmonare e la morte. In quell’articolo rilevavo inoltre come i russi leghino spesso a quella molecola altre sostanze altamente tossiche e soffocanti, rendendo quei composti ancor più persistenti e letali.

In questi 799 giorni d’invasione su vasta scala dell’Ucraina i criminali agli ordini di Putin hanno sfoggiato il peggior repertorio di nefandezze che un Paese possa compiere per aggredirne un altro: hanno ucciso, stuprato e rapito migliaia di bambini, provocato un ecocidio facendo saltare in aria almeno due dighe, hanno usato munizioni a grappolo contro la popolazione civile (è salito a sei il bilancio dei morti provocati dall’ultimo attacco di questo tipo, condotto appena due giorni fa contro Odesa) oltre a quelle chimiche e batteriologiche, ingannato il mondo con promesse e accordi disattesi, inquinato lo spazio informativo con troll e bot in grado di rendere virali le peggiori fake news, depredato e raso al suolo città intere, preso in ostaggio due centrali nucleari, di cui una dismessa a Chornobyl (di cui sono riusciti pure a sollevare la polvere radioattiva) e l’altra a Zaporizhzhia. Nelle scorse ore dal reattore numero sei di quest’ultima hanno fatto partire decine di droni contro la popolazione civile ucraina, ben sapendo che le Forze armate del Tridente non avrebbero certamente risposto bombardando una centrale atomica.

Ieri due forti esplosioni hanno causato la distruzione di due case private nella periferia di Kharkiv, danneggiando e ferendo almeno 10 famiglie non molto distante dall’ennesimo ospedale colpito poche ore prima. Almeno tre bombe aeree guidate sparate contro Zolochiv ne hanno uccise altre due (padre e figlia 38enne, che hanno cercato disperatamente riparo nella loro auto), ferendone altre tredici (fra cui un bimbo d’11 anni). Soltanto nel mese d’aprile appena trascorso, i terroristi russi hanno scagliato contro l’Ucraina oltre 3.800 bombe aeree di diverso tipo. Un mese fa registravo per questo giornale l’ultimo video dalle porte di Chasiv Yar: oggi è rasa al suolo e in quel deserto – che i russi chiamano pace – l’Ucraina sta fronteggiando a viso aperto un nemico che usa agenti chimici e armi proibite.

di Giorgio Provinciali

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