Bakhmut
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Bakhmut è in polvere. Entrambi gli schieramenti hanno concentrato su quel fronte l’artiglieria più pesante, inclusi i sistemi Mlrs e l’aviazione. Diversi nostri contatti riferiscono dal fronte che i russi hanno recentemente cambiato strategia, inviando verso le prime linee ucraine piccoli gruppi d’incursori formati da non più di quattro unità ciascuno. Il loro compito è avvicinarsi alle difese ucraine per sondarle e, in caso di contatto, infliggere il maggior danno possibile. Si tratta per lo più di missioni suicide, perché nessun soldato russo inviato in quei manipoli di kamikaze fa poi ritorno. «I sabotatori spesso non vengono neppure coperti dalle retrovie, da cui vengono invece osservati finire nel tritacarne ucraino per studiarne disposizione e strategia. Non sparano neanche un colpo per difenderli. Li mandano come pecore nella tana del lupo, per vedere come il lupo le divora» riferisce Leonid, militare ucraino impegnato sul fronte caldo di Bakhmut ormai da più di un mese.
La città non esiste più, è cenere. Dei 70mila abitanti presenti prima del conflitto, ne sono rimasti meno di 7mila. Quel 10% di resistenti non vuol saperne di abbandonare la propria città. «Siamo nati qui, è la nostra terra e moriremo qui. Non la abbandoneremo mai, tantomeno ora che ha bisogno di noi. E se un giorno i russi la occuperanno, lavoreremo nell’ombra da qui per liberarla, perché questa è Ucraina» ha riferito un locale a Leonid, opponendosi a una delle tante operazioni di evacuazione in cui quotidianamente lui e altri militari ucraini estraggono i civili dalle proprie abitazioni crivellate dai colpi russi. «Vivono di stenti» aggiunge Leonid. «Spesso si aggirano come spettri in una città fantasma, in cerca di qualche pezzo di legna da ardere o in fila per il pane che distribuiamo con altri beni di prima necessità».
LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI DI “CRONACHE DI GUERRA”Due giorni fa 64 prigionieri ucraini sono stati scambiati con altrettanti russi: molti di loro erano difensori di Bakhmut che torneranno a proteggere la loro terra. Se le riprese aeree effettuate dai droni sopra Mariupol hanno mostrato una città devastata nel 90% delle proprie infrastrutture, quelle che giungono da Bakhmut rivelano un centro urbano quasi inesistente. I russi vorrebbero accerchiare la città, avanzando da Nord verso Yakovlivka e avvicinandosi da Sud verso Klishchiivka. Piano irrealizzabile giacché proprio l’altro ieri, con un blitz perfettamente riuscito, i combattenti della 71a brigata separata delle truppe d’assalto aviotrasportate ucraine hanno neutralizzato la minaccia proveniente dai fortilizi russi eretti fuori città.
Bakhmut rappresenta un crocevia strategico importante, in grado di dar continuità all’avanzata verso il controllo dell’intera oblast’ di Donetsk e di tagliare i rifornimenti allo schieramento nemico. Ma soprattutto è un obiettivo dichiarato del Cremlino, che ha schierato lì i peggiori criminali del Gruppo Wagner, reclutati raschiando il fondo delle più malfamate colonie penitenziali russe. Assassini, stupratori seriali, ergastolani e i peggiori reietti della società sono stati dirottati verso queste missioni suicide sotto la falsa promessa di una libertà che si concretizzerà soltanto con un proiettile in pieno petto.
di Giorgio ProvincialiLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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