In Ucraina l’attacco più sanguinoso dall’inizio dell’anno
La Federazione Russa ha lanciato contro l’Ucraina 440 droni e 32 missili nel suo attacco più sanguinoso dall’inizio dell’anno
In Ucraina l’attacco più sanguinoso dall’inizio dell’anno
La Federazione Russa ha lanciato contro l’Ucraina 440 droni e 32 missili nel suo attacco più sanguinoso dall’inizio dell’anno
In Ucraina l’attacco più sanguinoso dall’inizio dell’anno
La Federazione Russa ha lanciato contro l’Ucraina 440 droni e 32 missili nel suo attacco più sanguinoso dall’inizio dell’anno
Sumy – Le urla dei civili provenienti dalle macerie fumanti. I volontari che lottano contro il tempo e le fiamme per estrarne i corpi martoriati, lividi, asfissiati, sanguinanti e, infine, i cadaveri. Tantissimi, almeno venti nel momento in cui scriviamo quest’articolo. Immagini e suoni distanti dal clima imperturbabile d’un summit dei G7 mai così lontano dalla realtà. Nel cui freddo disinteresse si rispecchia la proposta americana di riammettere proprio in quel consesso dei ‘grandi’ della Terra lo Stato terrorista. Che ha provocato ingiustificatamente e continua a perpetrare tutto questo.
La Federazione Russa, che il presidente americano Donald Trump propone beffardamente come miglior paciere di un’altra carneficina che si sta consumando in Medio Oriente, ha lanciato ieri notte contro l’Ucraina 440 droni e 32 missili. Nel suo attacco più sanguinoso dall’inizio dell’anno. Ben 175 di quegli Uav (oltre a 14 missili da crociera e 2 balistici) erano diretti contro la Capitale del Paese. Dove i russi hanno trucidato nel sonno 15 persone. Ferendone altre 139 (ma sotto le macerie del palazzo distrutto nel quartiere Solomianskyj potrebbe esserci ancora una quindicina di persone). Altre 17 sono le vittime accertate a Odesa, fra cui una donna incinta e una ragazza di 17 anni. Quelle registrate a Kherson sono invece 12.
Secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Ambiente dell’Ucraina, in meno di 48 ore i bombardamenti russi hanno avvelenato l’aria di Kyiv. Riversandovi ben 1.902 tonnellate d’agenti inquinanti tossici e sostanze nocive. In un filmato presto diffuso in Rete il sindaco della Capitale, Vitalij Klitschko, ha mostrato le prove inconfutabili dell’impiego da parte russa di munizioni a grappolo. Contro la popolazione civile ucraina. Severamente proibite dalla Convenzione sulle Cluster Munitions. In quell’attacco senza eguali dall’inizio del 2025, oltre a quella di Kyiv a esser travolte da tale tempesta di morte sono state ieri le regioni di Zaporizhzhia, Zhytomyr, Chernihiv, Kirovohrad e Mykolaiv.
Come ha ribadito il ministro degli Esteri ucraino Andrij Sybiha – e come abbiamo noi stessi confermato ieri dal campo, proprio su queste pagine – mentre l’attenzione mondiale è concentrata sul Medio Oriente la Russia attacca sanguinosamente l’Ucraina. Preparandosi a metterne a ferro e fuoco il settore energetico dopo averla saccheggiata, razziata e affamata. Basti sapere che a causa del bombardamento di ieri ben 1.148 case sono rimaste al buio nella sola Capitale. Dove i russi hanno devastato anche le linee ferroviarie su cui viaggiavano vagoni carichi di grano.
«Vladimir Putin sta facendo tutto questo perché può permettersi di protrarre la guerra. Vuole che la guerra continui. E il fatto che le grandi potenze chiudano gli occhi dinnanzi a tutto ciò non è un male minore». Lo ha detto uno sconsolato presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelenskyj, ricordando come «a soffrire dovrebbero essere i terroristi, non le persone normali e pacifiche». Nel violentissimo attacco di ieri notte le Forze armate russe hanno distrutto un asilo nido a Odesa. Un condominio di nove piani. E poi ancora un’altra scuola materna a Kyiv. Uno di quei residenti che stavano dormendo nel momento in cui il loro palazzo è crollato sotto le bombe russe era americano.
Soltanto ieri i russi hanno tentato di sfondare la lunghissima linea del fronte ben 186 volte, 56 delle quali nella sola direzione di Pokrovsk e all’incirca altrettante per penetrare nella già martoriata oblast’ da cui scriviamo. A sfregio d’ogni più basilare norma di guerra, le autorità di Mosca hanno offerto a quelle di Kyiv di scambiare i propri soldati coi bambini rapiti in Ucraina e deportati nella Federazione Russa. «Un abominio, una follia semplicemente incomprensibile al di là del diritto internazionale ma nello spirito dei russi» ha tuonato Zelenskyj, ribadendo che non scambierà mai il personale militare russo coi bambini ucraini, chiedendosi per quanto tempo i partner dell’Ucraina intendano continuare a foraggiare con centinaia di miliardi di euro quella macchina bellica russa che ogni notte produce morte, dolore e distruzione.
di Giorgio Provinciali
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