Bombardamenti alla cieca
Ternopil’: come accaduto a Lviv, scopriamo che nella città i vettori hanno centrato tutt’altro che obiettivi militari. Il falso successo bellico russo
Bombardamenti alla cieca
Ternopil’: come accaduto a Lviv, scopriamo che nella città i vettori hanno centrato tutt’altro che obiettivi militari. Il falso successo bellico russo
Bombardamenti alla cieca
Ternopil’: come accaduto a Lviv, scopriamo che nella città i vettori hanno centrato tutt’altro che obiettivi militari. Il falso successo bellico russo
Ternopil’: come accaduto a Lviv, scopriamo che nella città i vettori hanno centrato tutt’altro che obiettivi militari. Il falso successo bellico russo
Ternopil’ – Mentre la band ucraina Tvorchi s’esibiva all’Eurovision Festival, lo scorso 13 maggio la Federazione Russa bombardava la loro città originaria distruggendo diversi siti ritenuti ‘strategici’ per la smilitarizzazione dell’Ucraina. Dopo aver visitato il centro della città -nella cui piazza principale è allestito un commovente memorial dedicato ai caduti- ci dirigiamo verso le zone bersagliate dai missili russi per valutare l’entità dei danni e quali siti strategici siano effettivamente stati colpiti nel raid.
Come accaduto a Lviv e in molte altre città, sul posto scopriamo che quei vettori hanno centrato tutt’altro che obiettivi militari e che il successo bellico sbandierato per l’occasione dalle agenzie russe fu totalmente frutto dell’immaginazione. Come ben visibile dalle riprese realizzate camminando proprio sopra le macerie degli edifici distrutti, in quei luoghi c’era un’impresa privata che produceva tutt’altro che attrezzature militari. Nei fabbricati limitrofi s’ergevano invece quei magazzini che il sindaco di Ternopil’ Serhiy Nadal identificava il giorno dell’attacco come appartenenti all’associazione interecclesiale “Світло реформації”, in cui erano stoccate decine di tonnellate d’aiuti umanitari provenienti da svariati consorzi di volontariato in tutto il mondo.
Clicca qui per leggere l’articolo completo “Bombardamenti alla cieca” di Giorgio Provinciali. Disponibile anche sull’app La Ragione.
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