Cresce la minaccia ai civili
Ieri mattina Berdyansk è stata svegliata dal fragore di 11 potenti esplosioni. Cresce l’apprensione per la centrale nucleare minata di Enerhodar
Cresce la minaccia ai civili
Ieri mattina Berdyansk è stata svegliata dal fragore di 11 potenti esplosioni. Cresce l’apprensione per la centrale nucleare minata di Enerhodar
Cresce la minaccia ai civili
Ieri mattina Berdyansk è stata svegliata dal fragore di 11 potenti esplosioni. Cresce l’apprensione per la centrale nucleare minata di Enerhodar
Ieri mattina Berdyansk è stata svegliata dal fragore di 11 potenti esplosioni. Cresce l’apprensione per la centrale nucleare minata di Enerhodar
Novooleksandrivka – La Berdyansk occupata è stata svegliata ieri mattina dal fragore di 11 potenti esplosioni in direzione dell’aeroporto, provocate dai missili Storm Shadow sparati per distruggere i punti di stoccaggio degli armamenti russi. Poche ore prima 10 droni Shahed su 13 partiti da Prymorsko-Akhtarsk (sulla costa orientale del Mar d’Azov) venivano abbattuti dalla contraerea ucraina. I restanti 3, oltre a 4 vettori del sistema S-300 modificato per colpire obiettivi a terra, hanno bersagliato la regione di Zaporizhzhja, colpendo in totale 16 insediamenti e provocando la morte di tre persone. Gli incendi causati dalle esplosioni hanno rovinato molti edifici residenziali nella città di Orihiv, dove un uomo è morto e una donna è rimasta ferita. Altri due civili sono rimasti uccisi durante i bombardamenti a Novodanilivka e Mala Tolmachka.
Gli scontri maggiori sono ora in direzione di Robotyne, contro i tre reggimenti di fucilieri motorizzati russi (70º, 291º e 1430º) che tengono la linea di fronte verso Tokmak, snodo strategico dal cui fulcro si dipanano a raggio le cinque direttrici potenzialmente in grado di far saltare la partita ai russi. Tanto che, per difendere quel crocevia vitale fra Melitopol’ e Berdyansk, i russi hanno costruito una barriera sabbiosa simile a una diga sul vicino fiume Tokmachka, da far saltare in aria all’avanzata delle Forze armate ucraine.
Sul fronte di Bakhmut le truppe gialloblù hanno preso l’iniziativa strategica, costringendo gli occupanti alla ritirata per oltre 2 km dal settore Nord con attacchi coordinati ai fianchi, coperti dal cielo. Berkiivka e Klishciivka, rispettivamente a Nord e a Sud della città, sono ormai saldamente sotto il controllo ucraino. Sul fronte di Kherson la situazione è ancora molto fluida: i russi cercano d’impedire a ogni costo l’attraversamento del Dnepr, bombardando a tappeto la sponda destra del fiume sino alla città, tanto che nelle scorse ore due civili sono morti e altri due sono stati ricoverati in gravissime condizioni a seguito del bombardamento di un neslamnosti punkt (uno di quei “punti dell’invincibilità” in cui è possibile caricare il telefono e bere una bevanda calda, da cui ci siamo collegati spesso con la redazione de “La Ragione”).
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Senza dubbio, la notizia meno confortante giunge dall’oblast’ di Sumy: i residenti delle zone di confine con la Federazione Russa sono stati invitati dal generale Serhii Naev a evacuare le proprie abitazioni, mettendo in salvo le proprie vite e quelle dei loro cari. Come ha notato Naev, la regione di Sumy rimane infatti la più esposta e pericolosa di tutta la zona operativa settentrionale.
Più a Sud invece, il maggior motivo d’apprensione resta la centrale nucleare minata di Enerhodar, al cui interno trovano spazio armi e truppe russe. Entro un raggio di 50 km dalla centrale, le autorità di Kyiv stanno conducendo in queste ore ampie simulazioni d’evacuazione e di messa in sicurezza dell’area che coinvolgono la popolazione civile locale. Il personale ucraino in servizio presso la centrale ha notato la progressiva diminuzione di quello russo. Motivo per credere che davvero qualcosa di brutto stia per accadere.
Di Alla Perdei e Giorgio Provinciali
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