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Gli ebrei di Uman’

Fonti russe diffondono fake news su un pesante attacco terroristico pianificato dal “regime nazista di Kyiv” contro gli ebrei in occasione del loro capodanno civile
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Gli ebrei di Uman’

Fonti russe diffondono fake news su un pesante attacco terroristico pianificato dal “regime nazista di Kyiv” contro gli ebrei in occasione del loro capodanno civile
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Gli ebrei di Uman’

Fonti russe diffondono fake news su un pesante attacco terroristico pianificato dal “regime nazista di Kyiv” contro gli ebrei in occasione del loro capodanno civile
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Fonti russe diffondono fake news su un pesante attacco terroristico pianificato dal “regime nazista di Kyiv” contro gli ebrei in occasione del loro capodanno civile
Uman’ – Fonti russe hanno diffuso nelle scorse ore indiscrezioni secondo cui “il regime nazista di Kyiv” avrebbe pianificato un pesante attacco terroristico contro quei pellegrini chassidici che si sarebbero riuniti qui venerdì scorso per celebrare il Rosh haShana, che è il capodanno civile ebraico. Giunti nell’oblast’ di Cherkasy, al nostro ingresso in città abbiamo immediatamente notato un consistente dispiegamento di Forze dell’Ordine, preparate a favorire il regolare svolgimento dei festeggiamenti piuttosto che a reprimerli. Da una settimana, nei locali per la ristorazione aperti al pubblico e nei supermercati è vietata la vendita di bevande alcoliche, e ogni misura di sicurezza è stata presa. Qui ebbe luogo la battaglia di Uman’, in cui le forze armate della Germania nazista circondarono nel 1941 quelle sovietiche, deportando l’intera comunità ebraica locale e radendone al suolo i luoghi di culto e il cimitero. Adornate da una moltitudine di bandierine giallazzurre, le vie del centro in cui è allestita l’esposizione in memoria dei caduti ci conducono alla piazza principale. Qui alcuni volontari presidiano bancarelle e stand in cui in cambio di poche hrivnie si possono acquistare cimeli dal fronte per sostenere le Zsu. «Il 24 febbraio 2022 cadde qua il primo civile ucciso dai russi nell’invasione su vasta scala del Paese» ci ricorda una signora, indicando il centro del piazzale mentre con l’altra mano ci porge alcuni frammenti della prima bomba che colpì l’Ucraina. «Vi porto a vedere dove sono i nazisti» – guidandoci in auto, la signora Inna ci porta nel cuore d’un enorme quartiere residenziale: le facciate dei palazzi sono totalmente sventrate, tanto da lasciar intravedere la mobilia all’interno delle case. Nello spiazzo al centro di quelle macerie alcuni bambini giocano accanto agli orsacchiotti posati a terra di fronte a tre grandi lapidi, su cui spicca la scritta «massacrati dai russi». LEGGI QUI TUTTI GLI ARTICOLI “CRONACHE DI GUERRA” Intorno alle 4 del mattino, lo scorso 28 aprile più di 20 missili a lungo raggio Kh-101/X-101 sparati dalla Federazione Russa contro gli edifici residenziali di Uman’ andavano a uccidere 23 civili (molti dei quali erano bambini), ferendone altrettanti. Avendone scritto su queste pagine, ricordiamo molto bene il post diffuso in quell’occasione su Telegram dal Ministero della Difesa Russo, con l’immagine d’un lancio di missili sovrastato dalla scritta «proprio sul bersaglio». Uscendo dal centro in direzione Palanka, vediamo un supermercato appena ricostruito: il vicino “Café Fazan” e un’area di servizio Atb sono invece ancora ruderi di macerie annerite. Terminate le riprese (visibili nel video), partiamo alla volta di Medzhybizh, città natale del teorico del chassidismo Rebbe Nasman. Situato in prossimità dell’autostrada che congiunge l’oblast’ di Khmelnytskyi a quella di Vinnytsia, l’insediamento è noto per essere il luogo in cui egli fondò il movimento religioso mistico seguito dagli ebrei oggi in pellegrinaggio a Uman’. L’esistenza stessa di Medzhybizh sbugiarda larga parte della retorica putiniana, sia perché è uno degl’insediamenti ucraini più antichi comprovanti l’appartenenza di queste terre alla Rus’ di Kyiv (che fu fondata quando nei pressi dell’attuale città di Mosca c’erano solo foreste), che per la presenza di quella folta comunità ebraica a cui è ridicolo se non oltraggioso accostare l’ideologia nazista. Di Alla Perdei e Giorgio Provinciali

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