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Guerra Ucraina

Guerra ucraina, anniversari delle bugie

La Storia è una. Non si può declinarla a piacere. Spacciano un’invasione, quella in Ucraina, per una guerra civile
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Guerra ucraina, anniversari delle bugie

La Storia è una. Non si può declinarla a piacere. Spacciano un’invasione, quella in Ucraina, per una guerra civile
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Guerra ucraina, anniversari delle bugie

La Storia è una. Non si può declinarla a piacere. Spacciano un’invasione, quella in Ucraina, per una guerra civile
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La Storia è una. Non si può declinarla a piacere. Spacciano un’invasione, quella in Ucraina, per una guerra civile

Bakhmutsika – La fitta coltre di neve che mi circonda ricopre il tappeto di bugie steso un anno fa su realtà tanto chiare nella loro drammaticità da lasciare interdetti. Il dolore vibra e riecheggia nell’aria insieme alle voci di quanti, dalle poltrone dei salotti televisivi italiani, declamavano quella che sarebbe divenuta poi la tesi ufficiale del Cremlino sui tragici eventi di Bucha. «A quelle temperature un cadavere dovrebbe decomporsi». «La posizione non mi convince». «Forse si muovono». «Potrebbe trattarsi d’una messinscena». Le temperature dello scorso anno erano pressappoco quelle attuali; immagini satellitari e dati Gps forniti da Maxar Technologies hanno definito la posizione esatta d’ogni cosa; con intercettazioni, dati e testimonianze il “New York Times” ha ricostruito gli ultimi drammatici istanti vissuti da quegli innocenti massacrati da russi e ceceni su cui s’è detto di tutto. Non ho mai sentito quelle stesse voci chiedere scusa.

Ieri l’altro è ricorso un anno da un’altra mattanza: nonostante l’enorme scritta «ДЕТИ» (Bambini) tracciata a terra nel patio antistante, il 16 marzo 2022 il razzo sparato da un aereo russo centrava il Teatro drammatico di Mariupol in cui mille anime innocenti cercavano riparo dalla furia rascista. Il bilancio complessivo fu di 600 morti. Una strage. «A Mariupol c’è il battaglione Azov. Chi entra lì ha un conto in sospeso con loro» si disse in Italia.

Kramatorsk. Un missile distrugge la stazione ferroviaria locale affollata di civili in fuga dalla guerra. Decine di morti. La sera prima i canali Telegram filorussi esortavano a non recarsi lì. «Bisogna andare molto cauti. Il missile con scritto “за детей” (ai bambini) potrebbero esserselo lanciati da soli gli ucraini».

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Uno a uno ricorrono quei drammatici anniversari. L’Ucraina oggi rivela dettagli e testimonianze in grado di comprovare una memoria che deve rimanere viva. La verità si manifesta in maniera tanto chiara da provocare rigetto e profondo disagio verso chi si permette tuttora il lusso di distorcere, svilire e stuprare ciò che ha avuto la fortuna di non vivere. Personaggi squallidi presentati come autorevoli, impenitenti delle proprie menzogne, si spalleggiano senza contraddittorio anche sulle Reti nazionali nel dar degli “scemi di guerra” agli europei e in particolar modo agli italiani, gabellando una realtà stuprata e distorta. La Storia è una, accidenti. Non si può declinarla a piacere. Spacciano un’invasione per una guerra civile, elezioni libere e democratiche per un colpo di Stato americano, una guerra alle democrazie per quella a un Paese. Sostengono l’esistenza di repubbliche autonome riconosciute solo da chi le ha invase e dai tre dittatori criminali più sanguinari al mondo. Insegnano ciò che non sanno e scrivono libri su fatti a loro del tutto ignoti. È irrispettoso, offensivo, immorale e svilente anche per noi che abbiamo visto, vissuto, toccato e sofferto, testimoni di realtà che non possono esser negate.

Chi può e deve vigilare affinché la disinformazione russa venga combattuta con altrettanto onore e vigore in l’Italia ascolti questo grido d’allarme lanciato dall’Ucraina, cioè dall’ultimo avamposto delle democrazie in cui si combatte militarmente per difenderle. Mettere un terrapiattista a dissertare con uno scienziato non è par condicio: è follia, oppure malafede. Quelle bugie, qui, si pagano con la vita.

di Giorgio Provinciali 

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