I droni ucraini mettono in crisi i bombardieri russi
I droni ucraini mettono in crisi i bombardieri russi. A Kiev si è convinti che sia giunto il tempo di spingere, perché la Federazione Russa è in evidente difficoltà
I droni ucraini mettono in crisi i bombardieri russi
I droni ucraini mettono in crisi i bombardieri russi. A Kiev si è convinti che sia giunto il tempo di spingere, perché la Federazione Russa è in evidente difficoltà
I droni ucraini mettono in crisi i bombardieri russi
I droni ucraini mettono in crisi i bombardieri russi. A Kiev si è convinti che sia giunto il tempo di spingere, perché la Federazione Russa è in evidente difficoltà
I droni ucraini mettono in crisi i bombardieri russi. A Kiev si è convinti che sia giunto il tempo di spingere, perché la Federazione Russa è in evidente difficoltà
Vinnytsja – Fra le macerie si contano le vittime dell’ennesimo attacco terroristico russo contro la popolazione ucraina. Un Kalibr sfuggito alla contraerea ha impattato ieri notte contro un’area residenziale di Vinnytsja, danneggiando gravemente decine d’abitazioni e automobili. Tanto che, per non intralciare le operazioni di ricerca dei dispersi e i soccorsi, abbiamo preferito girare in un secondo momento il nostro videoreportage. La situazione resta molto tesa in tutte le oblast’ centrali del Paese perché la Federazione Russa ribatte sparando alla cieca contro obiettivi civili alle cocenti débâcle subìte sul proprio territorio e a Sud di quelli occupati.
Superati in un solo giorno i ‘denti di drago’ di una linea Surovikin ormai sfondata, le Forze armate ucraine si stanno trincerando negli insediamenti liberati di Novoprokopivka e Verbove, aprendo così a una doppia possibile direttrice: in direzione di Melitopol’ e verso Berdjansk. Colpi altrettanto pesanti, a cui le difese russe non riescono a opporsi, continuano a essere inferti da sciami di droni ucraini contro basi aeree militari, snodi logistici e siti di lancio. Grazie a quegli Uav sviluppati internamente, Kyiv riesce ora a colpire molto in profondità il nemico. Lo stesso Zelensky ha rivelato che la base aerea russa di Pskov è stata effettivamente colpita da droni ucraini volati per 700 km senz’alcuna possibilità di essere intercettati dai sistemi radar nemici.
Il presidente è determinato a rendere l’Ucraina un riferimento mondiale anche negli anni a venire nello sviluppo di mezzi (non solo aeromobili) a pilotaggio remoto, tanto da coinvolgere in questa challenge i migliori ingegneri e produttori di tutto il Paese. Esperimenti continui producono risultati impressionanti in tempi brevi, tanto che già oggi si contano ben sei modelli di droni ucraini in grado di volare in modalità stealth per oltre mille km. «È soltanto l’inizio. I russi hanno lanciato un boomerang che ora gli sta volando contro. Tutti loro, non solo quelli ai nostri confini, devono capire che c’è una guerra in corso» osserva il segretario della Difesa nazionale Oleksandr Danylyuk. Le immagini diffuse dal Ministero della Difesa ucraino evidenziano quanto oggetti estremamente piccoli e poco costosi (talvolta costruiti addirittura in cartone) abbiano potuto penetrare le migliori difese aeree russe per colpire con migliaia di piccoli debris bombardieri da decine di milioni di dollari. Esplodendo in aria un’enorme quantità di detriti altamente perforanti anziché impattando sul singolo target, ogni drone riesce così a creare un danno incalcolabile a più obiettivi contemporaneamente, mettendo fuori combattimento anche tre o quattro aeromobili alla volta.
A Kyiv si è convinti che sia giunto il tempo di spingere, perché la Federazione Russa è in evidente difficoltà: sia nel frenare tali attacchi sul proprio territorio, sia perché l’avanzata del Tridente a Sud porterà ragionevolmente entro un mese a un punto di svolta decisivo. Soltanto ieri i russi hanno perso 23 tank, molti dei quali sono stati messi knockout proprio dai droni. Secondo “Forbes”, dei 71 Leopard ricevuti sinora Kyiv ne ha persi soltanto 5. Altri 10 stanno arrivando dalla Germania, oltre ai primi 10 Abrams dagli Usa. Per quanto già da tempo qui si vedano munizioni nordcoreane in mano ai russi, i recenti accordi sul riarmo stretti da Mosca con Pyongyang indicano come sia davvero questo il momento per colpire.
di Alla Perdei e Giorgio Provinciali
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