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Il fallimento di Putin nel Donbass

Mikhail Khodaryonok, ex ufficiale dell’esercito russo, prima che iniziasse la guerra aveva sottolineato come l’esercito di Mosca fosse sopravvalutato e quello di Kyiv sottovalutato.
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Il fallimento di Putin nel Donbass

Mikhail Khodaryonok, ex ufficiale dell’esercito russo, prima che iniziasse la guerra aveva sottolineato come l’esercito di Mosca fosse sopravvalutato e quello di Kyiv sottovalutato.
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Il fallimento di Putin nel Donbass

Mikhail Khodaryonok, ex ufficiale dell’esercito russo, prima che iniziasse la guerra aveva sottolineato come l’esercito di Mosca fosse sopravvalutato e quello di Kyiv sottovalutato.
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Mikhail Khodaryonok, ex ufficiale dell’esercito russo, prima che iniziasse la guerra aveva sottolineato come l’esercito di Mosca fosse sopravvalutato e quello di Kyiv sottovalutato.
La prognosi più corretta dell’attuale guerra russo-ucraina, nefasta per l’aggressore a ogni livello, l’aveva fatta Mikhail Khodaryonok prima ancora che essa iniziasse. Corretta perché soprattutto è impossibile accusarlo di schadenfreude, cioè di “allegrezza per disgrazie altrui” facilmente adducibile agli osservatori occidentali, giacché Khodaryonok è un ufficiale in pensione dell’esercito russo che negli anni si è costruito una rispettabile carriera come esperto di argomenti militari. Così già lo scorso 3 febbraio non si era unito al coro della propaganda russa sottolineando invece come l’esercito di Mosca venisse sopravvalutato mentre quello di Kyiv sottovalutato. Nei giorni scorsi aveva avuto una giusta eco in Occidente la sua ospitata in uno dei programmi televisivi moscoviti dove neppure la retorica di Olga Skabeyeva (una delle più feroci propagandiste del Cremlino) è riuscita ad arginare la sobria logica con cui contemplava il teatro di guerra nel Paese dei Girasoli. Snocciolando i numerosi problemi che affliggono l’Operazione “Z”, l’esperto ha ribadito l’estremo pericolo rappresentato dalle forze ucraine in via di mobilitazione a Ovest per la prevista controffensiva estiva che dovrebbe colpire le truppe silovike nel momento di massimo affanno e stagnazione. Qualcuno però si è accorto del suo ‘errore’ e ora Khodaryonok è tornato nei ranghi: nella sua ultima apparizione mancava poco si dipingesse una “Z” sulla fronte, rassicurando che la vittoria finale è vicina e che gli ucraini sono una tigre di carta. LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI “CRONACHE DI GUERRA” Siamo felici che in questo modo i suoi nipotini siano probabilmente salvi, ma si tratta davvero di una toppa peggiore del buco: una delle più grandi conferme delle sue tesi è infatti il fallimento della battaglia per il Donbass, che doveva rappresentare per il Cremlino un riscatto dopo l’umiliante ritirata da Kyiv. Questa improvvisata “fase due” della guerra – già un ridimensionamento delle iniziali direttrici di avanzata che a marzo avrebbero dovuto portare le truppe “Z” da Charkìv e Zaporižžja alla città di Dnipro – era stata pensata per chiudere ad aprile in una sacca le truppe ucraine tra Izjum e Velyka Novosilka. Constatata l’impossibilità di questa soluzione, il generale Gerasimov ha tentato allora la saldatura di un saliente ridotto, da Izjum a Horlivka. Cannoneggiato Gerasimov, il collega Dvornikov si è infine accontentato di stringere il suo pugno almeno su Sjevjerodonec’k, al centro del fronte. La grande offensiva si è quindi ridotta da centinaia di chilometri a una sola cittadina, in cui i combattimenti tra le forze russe e gli agguerriti difensori ucraini infuriano in questi giorni senza quartiere. La verità sul come proceda questa guerra è ormai chiara a tutti e il criminale Putin scoprirà presto quanto sia inutile mozzare la lingua a chiunque urli: «Lo zar è nudo!». di Camillo Bosco

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