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Ucraina, incursione riuscita

Kherson: le forze speciali “Artan” sono riuscite a sbarcare ieri notte sulle coste dell’isola di Tendrivska. Si tratta di un’operazione molto importante ai fini del conflitto in corso

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Ucraina, incursione riuscita

Kherson: le forze speciali “Artan” sono riuscite a sbarcare ieri notte sulle coste dell’isola di Tendrivska. Si tratta di un’operazione molto importante ai fini del conflitto in corso

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Ucraina, incursione riuscita

Kherson: le forze speciali “Artan” sono riuscite a sbarcare ieri notte sulle coste dell’isola di Tendrivska. Si tratta di un’operazione molto importante ai fini del conflitto in corso

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Kherson: le forze speciali “Artan” sono riuscite a sbarcare ieri notte sulle coste dell’isola di Tendrivska. Si tratta di un’operazione molto importante ai fini del conflitto in corso

Kherson – Coordinandosi col centro operativo marittimo dell’intelligence militare del Ministero della Difesa ucraino (ГУР) le forze speciali dell’unità anfibia “Artan” sono riuscite a sbarcare ieri notte sulle coste dell’isola di Tendrivska. Si tratta d’una striscia di terra lunga circa 65 km e larga 1,8 che delimita a Sud dell’oblast’ da cui scrivo il Golfo di Tendra, usato dai russi per bersagliareincessantemente tutte le località sulle coste ucraine del Mar Nero che ho descritto recentemente con Alla Perdei su queste pagine. Dal momento che quella baia è circoscritta sul versante settentrionale opposto dal resto dei territori occupati (e altamente militarizzati) della regione di Kherson ed è protetto ancora più a Nord dalla penisola di Kinburn, s’è trattato d’una missione altamente rischiosa dall’esito per nulla scontato. Com’è possibile vedere dalla clip diffusa dal dipartimento principale del ГУР sul suo canale YouTube, marines ucraini sono riusciti a rientrare senz’alcuna perdita pur dopo aver distrutto tutti i veicoli corazzati nemici (inclusi i cingolati per trasporto truppe MT-LB), il complesso per l’electronic warfare (EW) con cui gli occupanti disturbavano le loro comunicazioni e i vettori a guida remota e Gps delle ЗСУ e tutte le fortificazioni russe presenti in zona, infliggendo notevoli perdite umane agli occupanti.


Sebbene nessun media estero finora ne abbia scritto, si tratta di un’operazione molto importante che apre a possibili future incursioni anche nella vicina Crimea ma soprattutto d’una manovra di disturbo efficace ai fini d’allentare la notevole pressione a cui sono sottoposte tutte le località un tempo turistiche che i russi hanno ridotto a cumuli di macerie.
Basta farsi un giro sul canale YouTube o sul sito internet de “La Ragione” per vedere in quali condizioni si trovino Kobleve, Zatoka, Ochakiv e tutte le altre città di mare delle oblast’ di Odesa, Mykolaiv e Kherson da cui Alla e io abbiamo registrato i nostri reportage.

Ma vi è di più. Nelle scorse ore infatti, una colonna di blindati americani “Striker” è penetrata nella regione russa di Kursk riuscendo a raggiungere Sverdlykovo e Kurilovka fino ad avvicinarsi a Goncharovka, che si trova alle porte di Sudzha.

Il Ministero della Difesa russo ha dapprima confermato l’incursione subita scrivendo d’averla respinta, poi ha cancellato dal suo canale le informazioni secondo cui le presunte “ДРГ (truppe d’assalto delle forze speciali, ndr.) ucraine” a cui aveva attribuito l’assalto si sarebbero ritirate.

Che siano state quest’ultime oppure quei gruppi di partigiani russi che in passato entrarono più volte entro quei territori non è ancora dato saperlo, dal momento che tutte le parti si sono rifiutate di commentare la notizia. La cosa certa è che Mosca non controlla più il confine fra la regione di Kursk e l’Ucraina. Sui canali Telegram ucraini sono apparsi i video degli interrogatori d’almeno sei militari russi che affermano d’esser stati catturati nell’oblast’ di Kursk, mentre diverse fonti riferiscono d’esplosioni molto potenti nei pressi della centrale nucleare di Kurchatovo. Altri tentativi di sfondamento sono stati riportati in direzione di Belgorod.


Prima di parlare d’apertura o inasprimento d’un nuovo fronte (in realtà quelle zone della regione di Sumy da cui ho più volte corrisposto con questo giornale sono già sulla linea di fronte da mesi) occorre precisare che potrebbe trattarsi d’un diversivo per attirare i russi laddove il loro comparto difensivo è più debole ma anche d’un tentativo d’allentare la pressione creando una zona grigia in territorio russo dalla quale proteggere le città ucraine. Oltre a centinaia di gliding bomb lanciate dai caccia, come il Kab che ha colpito nuovamente Yunakivka, dai sistemi missilistici Iskander che Mosca ha schierato in quelle zone partono infatti da qualche tempo i missili Kn-23 e Kn-24 coreani recentemente forniti ai russi dal regime di Pyongyang.


Avendo schierato sul fronte opposto e ad Est la maggior parte della propria artiglieria, i russi attaccano inoltre da Kursk usando qualsiasi cosa possa farne le veci, inclusi i vecchi tank T-62: ribattere colpo su colpo diventa per Kyiv una questione esistenziale.
Tutte le zone da cui Alla e io ci siamo collegati con questo giornale nelle scorse ore sono stati massicciamente bombardati. Alcune, non esistono più. Per queste ragioni, pur essendo di natura offensiva, incursioni come quelle appena descritte assumono un alto valore difensivo.

di Giorgio Provinciali

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