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La grande controffensiva ucraina

La grande controffensiva ucraina

Gli ucraini si preparano ad una nuova controffensiva come quella riuscita della scorsa estate e che stupì gli analisi militari di tutto il mondo
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Gli ucraini si preparano ad una nuova controffensiva come quella riuscita della scorsa estate e che stupì gli analisi militari di tutto il mondo
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Gli ucraini si preparano ad una nuova controffensiva come quella riuscita della scorsa estate e che stupì gli analisi militari di tutto il mondo
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Gli ucraini si preparano ad una nuova controffensiva come quella riuscita della scorsa estate e che stupì gli analisi militari di tutto il mondo
Lviv – La grande controffensiva con cui, al termine della scorsa estate, l’Ucraina liberò quasi la metà dei territori occupati stupì gli analisti militari di tutto il mondo, tanto che il prestigioso periodico americano “Time” dedicò la propria copertina a “Valerij Zaluzhnyj and the Ukrainian way of war”. La strenua resistenza dei coraggiosi dell’Azovstal fiaccò il potenziale offensivo nemico, concentrandolo in un punto. La rottura del fronte di Kherson indusse i russi a scoprire il versante opposto di Kharkiv, la cui oblast’ fu interamente liberata in pochi giorni. I 30mila soldati russi rimasti isolati sulla sponda destra del Dnepr con quell’astuta manovra di fissaggio vennero indotti alla ritirata lasciando campo libero alla Zsu, che entrò trionfalmente in quella parte di Kherson liberata. prov. Giunti alla fine di aprile è chiaro che l’offensiva invernale russa sia fallita miseramente e a un costo umano irreversibile altissimo, che Putin sta tentando d’arginare con campagne di reclutamento sempre più maldigerite dall’opinione pubblica interna. Secondo le stime del Ministero della Difesa ucraino, dallo scorso settembre a oggi 130mila russi avrebbero perso la vita sul campo a fronte di guadagni territoriali pressoché nulli. Putin ha perso anche la battaglia del buio e del freddo: ampiamente rivisto dagli ingegneri, il sistema energetico nazionale ucraino ne è uscito a testa alta, tanto che qui da quasi tre mesi non si avvertono interruzioni di servizio. Dopo averlo decentralizzato in sub-unità indipendenti ma interconnesse tra loro, ben protette e ad altissimo rendimento, le centrali ucraine (connesse al sistema energetico europeo) hanno addirittura iniziato a esportare l’elettricità in surplus. Oggi a resistere strenuamente è Bakhmut e, ancora una volta, Zaluzhnyj ha stupito tutti. Disattendendo le previsioni dei più accreditati think tank, le forze armate di Kyiv hanno preso posizione sulla riva sinistra del Dnepr. Il generale ucraino ha scelto la strada impossibile e a quanto pare l’azzardo gli sta riuscendo. Facendo affidamento quasi interamente sulla naturale barriera costituita dal fiume Dnepr, i russi hanno lasciato scoperto quel fronte di Kherson per poter rinforzare quello di Zaporizhzhya. Secondo i dati di geolocalizzazione dei corrispondenti militari russi, l’esercito ucraino avrebbe preso posizione sulla riva sinistra del Dnepr a Nord di Oleshky (7 km a Sud-Ovest di Kherson) e l’avanzata sarebbe stata tanto repentina e precisa da far perdere alle forze armate di Mosca il controllo degli avamposti sui fiumi Konka e Chaika. Diverse conferme della ritirata rascista giungono anche da Nova Kachovka, importante porto fluviale in cui si trovano l’omonima diga e la centrale idroelettrica. Nella Kherson occupata i russi hanno già avvisato i civili di prepararsi all’evacuazione controllata. 40-50mila soldati ucraini ben addestrati e suddivisi in 16 nuove brigate sono pronti a supportare con artiglieria a lungo raggio e carri armati occidentali Abrams, Challenger e Leopard una controffensiva che vede ancora una volta a Kherson la propria ouverture. di Giorgio Provinciali

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