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Appello scienziati russi

“La guerra in Ucraina è un salto nel buio”

L’appello di alcuni scienziati russi pubblicato su ‘trv-science.ru’. Ora la pagina web è irraggiungibile e molti firmatari sono stati costretti a emigrare all’estero
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“La guerra in Ucraina è un salto nel buio”

L’appello di alcuni scienziati russi pubblicato su ‘trv-science.ru’. Ora la pagina web è irraggiungibile e molti firmatari sono stati costretti a emigrare all’estero
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“La guerra in Ucraina è un salto nel buio”

L’appello di alcuni scienziati russi pubblicato su ‘trv-science.ru’. Ora la pagina web è irraggiungibile e molti firmatari sono stati costretti a emigrare all’estero
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L’appello di alcuni scienziati russi pubblicato su ‘trv-science.ru’. Ora la pagina web è irraggiungibile e molti firmatari sono stati costretti a emigrare all’estero
Bukovel – Poche ore dopo l’inizio della cosiddetta “operazione militare speciale” studiosi, scienziati ed esponenti del giornalismo scientifico russo esprimevano la loro decisa protesta contro le azioni di guerra intraprese dalle Forze armate russe contro l’Ucraina, attribuendo alla Federazione Russa tutta la responsabilità d’aver scatenato in Europa una nuova guerra ingiusta e manifestamente priva di senso. 625 giorni fa le menti più brillanti di tutta la Federazione spiegavano in un coraggioso appello pubblicato su “trv-science.ru” che, tradendo la memoria in favore di dubbie fantasie storiche e ambizioni geopolitiche, la Russia si sarebbe autocondannata all’isolamento internazionale e allo status di Paese-maledetto. «La guerra in Ucraina è un salto nel buio» scrivevano gli scienziati, osservando che senza poter collaborare nella ricerca coi colleghi stranieri nessuno di loro avrebbe potuto svolgere il proprio lavoro. Quella pagina web è oggi irraggiungibile e molti firmatari di quell’appello si sono visti costretti a emigrare all’estero, accusati dai rettori delle loro università e dell’Accademia delle Scienze (Ras) d’aver insultato il governo.  
Invadendo l’Ucraina, Putin disse di voler «proteggere i civili del Donbas dai nazisti del regime di Kyiv» eppure, in meno di due anni, nelle cosiddette “Lpr” e “Dpr” ne sono morti di più che negli otto precedenti. Il suo regime ha relegato ogni possibile prospettiva culturale e tecnologica russa al degrado e persino quegli scienziati che un tempo contribuirono allo sviluppo di nuovi dispositivi in ambito militare oggi sono tacciati di collaborazionismo. Basti pensare all’“uomo dei super missili” Anatoly Maslov, arrestato dopo l’abbattimento di tutti gli ipersonici Kinzhal (incautamente definiti «imprendibili» da Putin) a seguito dell’intervento dei sistemi difensivi Patriot. Lui e Alexander Shiplyuk (capo dell’Istituto siberiano di Meccanica teorica e applicata “Khristianovich”) avrebbero ceduto ai cinesi importanti segreti militari. La repressione del Cremlino nei confronti del dissenso e della libertà di parola ha reso rischioso parlare apertamente dei problemi in ambito scientifico, costringendo molti ricercatori ad arrangiarsi e a tacere rigando dritto pur d’assecondare richieste spesso strampalate. Molti scienziati sono emigrati all’estero, abbandonando le loro posizioni senior per accettare offerte post dottorato e un secondo manifesto a favore della guerra è stato fatto firmare agli insegnanti rimasti, che ora sostengono apertamente Putin e l’esercito. Dall’invasione del Donbas e della Crimea a oggi il numero di russi che hanno chiesto asilo politico negli Stati Uniti è cresciuto 40 volte. L’introduzione di nuovi reati penali ha reso impossibile ogni forma di dissenso. LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI CRONACHE DI GUERRA 
“Science” di questo mese riporta statistiche a dir poco imbarazzanti: secondo Alexandra Arkhipova (antropologa sociale e docente accademica d’Economia), dal 2022 a oggi 7.200 persone in Russia sarebbero state segnalate da testimoni e poi arrestate per aver screditato l’esercito. Olga Dobrovidova evidenzia nell’articolo che le carenze di forniture e il taglio dei fondi a favore della Difesa hanno costretto molti ricercatori a creare database per scambiarsi macchinari, composti chimici e persino animali da laboratorio usando Telegram per comunicare.  Nel suo intervento d’apertura al Forum sulla ricerca quantistica “Quantum World”, lo scorso 13 luglio Putin ha illustrato i risultati ottenuti da Rosatom, indicando la necessità di rafforzare la sovranità tecnologica della Russia. Francamente vien difficile non guardare il dito a uno che indica la luna, se a parlare è chi vorrebbe relegare l’astrofisica ai confini nazionali.
Di Giorgio Provinciali

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