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La Russia del terrore e si scatena contro il centro commerciale Amstor

La Russia del terrore si scatena contro il centro commerciale Amstor

Lunedì l’ennesimo attacco vile della Russia contro civili ucraini al centro commerciale Amstor dimostra quanto Putin continui a prediligere la strada del terrore. Ma l’Occidente, con il G7, risponde con la coesione.
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La Russia del terrore si scatena contro il centro commerciale Amstor

Lunedì l’ennesimo attacco vile della Russia contro civili ucraini al centro commerciale Amstor dimostra quanto Putin continui a prediligere la strada del terrore. Ma l’Occidente, con il G7, risponde con la coesione.
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La Russia del terrore si scatena contro il centro commerciale Amstor

Lunedì l’ennesimo attacco vile della Russia contro civili ucraini al centro commerciale Amstor dimostra quanto Putin continui a prediligere la strada del terrore. Ma l’Occidente, con il G7, risponde con la coesione.
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Lunedì l’ennesimo attacco vile della Russia contro civili ucraini al centro commerciale Amstor dimostra quanto Putin continui a prediligere la strada del terrore. Ma l’Occidente, con il G7, risponde con la coesione.
«T’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche, alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu, con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio, senza amore, senza Cristo». I versi di Quasimodo tornano attuali pensando al colonnello Oleg Timoshin, comandante di quel 52esimo Reggimento aereo della Federazione Russa responsabile del bombardamento del centro commerciale Amstor di Kremenčuk. Timoshin è un uomo del nostro tempo, che schianta le sue «meridiane di morte» su inermi la cui unica colpa è quella di essere dei vy-rùs (verbatim “ex-russi”), cioè dei resistenti alla russificazione forzata che Mosca pianifica da anni per l’Ucraina. Pensavamo di aver archiviato le guerre etniche e genocide in Europa con la fine dei conflitti jugoslavi, ma l’illusione ci ha fatto sottovalutare il pericolo dell’etno-nazionalismo russo. Lunedì dai 20 ai 60 civili sono morti per questa leggerezza e altre migliaia dall’inizio della guerra. Secondo “Forbes”, più di 200 milioni di dollari in missili balistici sono caduti sulle città ucraine a partire dalla fine della scorsa settimana: oltre ai già famosi Iskander e ai vetusti Točka, diversi esemplari del sempre più diffuso KH-22, denominato AS-4 Kitchen dalla Nato. Quest’ultimo è un missile che monta una testata da una tonnellata di materiale esplosivo e venne pensato dai sovietici per affondare le navi statunitensi, ma i siloviki in crisi di magazzino non si fanno di certo problemi a usarlo contro altri obiettivi. Nonostante i propositi terroristici del criminale Putin, queste sortite sembrano però cementare la risolutezza comune degli ucraini e dell’intero Occidente, rappresentato da un G7 che si è espresso all’unanimità nel sostenere l’Ucraina fino alla fine della guerra. Diversi trilioni di Pil sono un alleato non trascurabile persino per la boria dell’Orso russo. Intanto il giornalista ucraino Illia Ponomarenko ci informa che negli ultimi giorni le retrovie russe nel Donbass sono state bersagliate pesantemente grazie ai nuovi armamenti occidentali e che più di 20 obiettivi militari sono stati distrutti: magazzini di munizioni, centri di comando, depositi di veicoli, riserve logistiche che non contribuiranno più allo sforzo bellico ruscista. Forse i difensori ucraini vicino al villaggio di Bila Hora già avvertono la stanchezza delle Z truppen, dato che da giorni respingono le ondate di attacchi. Il terrorista russo Igor Girkin ritiene al contrario che sia in atto una ritirata silenziosa e ordinata degli ucraini dalla città di Lysyčans’k, iniziata ormai da giorni, per scongiurare la creazione di una nuova sacca. Se confermato, questo darebbe ai ruscisti la possibilità di catturare la prima città non completamente rasa al suolo dai combattimenti. Tenendo a mente la finta ritirata ucraina a Sjevjerodonec’k, non possiamo che attendere i prossimi sviluppi. Rimane poi da riportare la lotta attualmente in corso per il controllo di una cittadina dal nome molto particolare, cioè Verkhn’okam’yanka. Situata sulla sommità di una collina, si tratta dell’ultimo insediamento urbano prima del confine dell’oblast’ di Luhans’k e si trova a ridosso della raffineria Pjsc. La conquista di questo centro urbano permetterebbe ai russi di tagliare la strada ai rinforzi ucraini e di prendere possesso della seconda più grande raffineria del Paese dei Girasoli, ma anche lì le difese al momento sembrano tenére.   di Camillo Bosco

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