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Ucraina, nelle macerie di Kryvyj Rih

La Russia è uno Stato terrorista

Le immagini riprese direttamente da Kryvyj Rih mostrano come Putin abbia mirato intenzionalmente a colpire i civili
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La Russia è uno Stato terrorista

Le immagini riprese direttamente da Kryvyj Rih mostrano come Putin abbia mirato intenzionalmente a colpire i civili
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La Russia è uno Stato terrorista

Le immagini riprese direttamente da Kryvyj Rih mostrano come Putin abbia mirato intenzionalmente a colpire i civili
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Le immagini riprese direttamente da Kryvyj Rih mostrano come Putin abbia mirato intenzionalmente a colpire i civili
Kryvyj Rih – Lungo il tragitto che da Nikopol’ porta alla città natale del Presidente Zelenskyj e di sua moglie Olena ieri notte abbiamo visto numerosi Shahed killers entrare in funzione e almeno un paio d’esplosioni rischiarare dinnanzi a noi il paesaggio innevato circostante. Alle nostre spalle i russi attaccavano pesantemente il quartiere residenziale del distretto di Marhanets, che si trova sulla sponda opposta del fiume Dnipro rispetto alla centrale nucleare di Enerhodar, tuttora tenuta in ostaggio dai russi e dai ceceni delle brigate Akhmat. Giunti a Kryvyj Rih siamo rimasti sconcertati dalla portata della devastazione inflitta a luoghi già di per sé mesti e sofferenti. Molte facciate dei palazzi tuttora abitate sono annerite e portano il segno d’esplosioni violentissime, che hanno colpito le università, il politecnico, il centro commerciale e molte zone residenziali. Putin ha mirato intenzionalmente ai civili perché è chiaro come la luce del sole che in questi luoghi non potesse trovarsi altro. Indossati il caschetto e le protezioni personali, siamo entrati nel polo universitario più grande di Kryvyj Rih: il senso di vuoto e profondo sconforto che si prova trovandosi al centro d’una struttura così grande dedicata inequivocabilmente allo studio e alla formazione dei ragazzi è indescrivibile. Ogni facciata del quadrilatero di palazzi circostante è distrutta. Saliti a fatica i resti delle scale interne alla struttura, abbiamo visitato una a una le aule sventrate dai missili russi: abbiamo toccato con mano i libri di testo a terra, i registri scolastici, gli strumenti tecnici per lo studio di materie scientifiche e i biglietti d’auguri scritti dai parenti ad alcuni studenti per l’imminente diploma. Ciò che abbiamo visto e filmato ci porta a negare con assoluta certezza qualsiasi valore militare di quanto i russi hanno distrutto.
A pochi minuti d’auto da quel luogo devastato si trova un altro centro universitario pesantemente colpito: il palazzo di fronte a esso è completamente squarciato a metà, tanto da esporre gl’interni delle case. Il numero di civili morti e feriti in questi luoghi è altissimo. L’impianto metallurgico locale è stato colpito con munizioni a grappolo, il distretto residenziale di Synelnykove e l’insediamento di Shyroke restano tuttora gravemente danneggiati. I missili russi sono esplosi in questi luoghi ancora l’altro ieri. Ci siamo recati nei pressi della diga di Karachun, contro cui i criminali rascisti hanno sparato almeno 7 missili fra Iskander e Kinzhal: come a Nova Kakhovka, anche qui l’intenzione era di provocare un ecocidio di proporzioni bibliche, facendo esondare il fiume Inhulets. I civili degl’insediamenti di Sofiivka e Lozuvatka da noi intervistati hanno riferito d’esser rimasti a lungo senz’acqua perché quella che scorreva nelle tubature danneggiate era diventata rossa per via del terreno ferroso di queste campagne. In seguito a quel barbaro attacco, molti insediamenti sono stati allagati e tuttora sono in condizioni a dir poco critiche. Il grattacielo di fronte al museo dell’aeronautica presenta uno squarcio enorme proprio in mezzo alla facciata: è stato recentemente centrato da un missile, che ha reso la struttura un rudere inagibile. Allontanandoci da questi luoghi martoriati riceviamo il report del criminale attacco condotto ieri notte dai russi contro la popolazione civile di Marhanets: cinque condomini sono stati colpiti pesantemente e un numero imprecisato d’automobili è stato danneggiato.
Il numero di morti e feriti è tuttora da quantificare. La Federazione Russa è uno Stato terrorista. Chi -come noi- ha visto e vissuto tutto ciò non può tacerne e ha il dovere morale d’esortare il mondo libero a fare di più per fermarlo.
Di Alla Perdei e Giorgio Provinciali

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