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L’arte ucraina di adattare mezzi civili

Associazioni di volontari e famiglie dei soldati si mobilitano per acquistare auto all’estero, che verranno poi utilizzate al fronte in Ucraina
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L’arte ucraina di adattare mezzi civili

Associazioni di volontari e famiglie dei soldati si mobilitano per acquistare auto all’estero, che verranno poi utilizzate al fronte in Ucraina
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L’arte ucraina di adattare mezzi civili

Associazioni di volontari e famiglie dei soldati si mobilitano per acquistare auto all’estero, che verranno poi utilizzate al fronte in Ucraina
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Associazioni di volontari e famiglie dei soldati si mobilitano per acquistare auto all’estero, che verranno poi utilizzate al fronte in Ucraina
Chernivtsi – Molte auto vengono acquistate all’estero, anche usate, e condotte poi in Ucraina per essere utilizzate al fronte. La procedura semplificata di sdoganamento rende questa pratica frequente, tanto che diverse associazioni di volontari o le famiglie stesse dei soldati organizzano spesso raccolte di fondi destinati a questo scopo. Abilissimi artigiani si occupano poi di trasformare questi veicoli, pensati per un uso civile, in vere e proprie macchine da guerra. La bravura di questi specialisti è strabiliante: nelle loro officine arrivano vetture che alle spalle hanno chilometraggi importanti ed evidenti segni d’usura, ed escono mezzi simili agli Humvee perfettamente ripristinati in ogni parte meccanica. Tecnicamente sono “Nstv” (Non-standard Tactical Vehicles): pickup che ospitano lanciarazzi multipli, suv dal cui tetto sbucano torrette mobili con mitragliatrici pesanti o camioncini sotto il cui telone si celano cannoni antiaerei modificati per essere utilizzati contro bersagli a terra. Manovrabili e facili da guidare, questi veicoli si prestano a ogni utilizzo: se destinati al trasporto merci viene ottimizzata la capacità di carico, mentre quelli impiegati in operazioni di combattimento vengono modificati in modo da offrire all’equipaggio un livello di protezione maggiore contro le esplosioni. Per semplificare eventuali operazioni di riparazione e facilitare il montaggio – almeno sulla parte frontale – di spessi vetri antiproiettile, montanti e superfici curve vengono sostituiti con profili spigolosi e lineari dritti, imbullonati usando materiali con classe di resistenza superiore in grado d’offrire maggiori tensioni di snervamento, resilienza e tenacità a trazione. Nei mezzi destinati a un uso più gravoso vengono rimpiazzati anche semiassi, differenziali e giunti omocinetici con altri in grado di resistere a forti sollecitazioni meccaniche e termiche, all’usura e alla corrosione. Speciali protezioni sottoscocca pensate per subire deformazioni contenute proteggono le parti essenziali del veicolo da rocce ed esplosioni. LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI DI “CRONACHE DI GUERRA” Molti carrozzieri e meccatronici hanno prestato le proprie officine a questo genere d’interventi, mettendo a disposizione dell’esercito il proprio know-how. Generalmente vengono scelti veicoli a trazione integrale, a cui vengono applicate alcune modifiche “soft” in base al tipo di terreno su cui verranno utilizzati: la rimozione dei paraurti consente un guadagno immediato nell’angolo d’attacco, mentre rialzare il corpo vettura da terra permette un utilizzo più gravoso su terreni infangati. Gli pneumatici tassellati completano questo tipo di trasformazione leggera, d’uso comune anche sui mezzi usati dai volontari. Quelli destinati al fronte, invece, vengono completamente corazzati e dotati di speciali ancoraggi di stazionamento posti agli estremi delle fiancate, che rendono i camioncini dotati di lanciamissili dei piccoli sistemi di lancio letali e imprendibili ai russi, del tutto simili agli Himars (High Mobility Artillery Rocket Systems). Di Giorgio Provinciali

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