L’Ucraina fa quadrato attorno ai propri eroi
In cambio delle parole “garanzia, pace e sicurezza” , l’Occidente non ha preservato né la pace né la sicurezza né le garanzie in Ucraina
L’Ucraina fa quadrato attorno ai propri eroi
In cambio delle parole “garanzia, pace e sicurezza” , l’Occidente non ha preservato né la pace né la sicurezza né le garanzie in Ucraina
L’Ucraina fa quadrato attorno ai propri eroi
In cambio delle parole “garanzia, pace e sicurezza” , l’Occidente non ha preservato né la pace né la sicurezza né le garanzie in Ucraina
In cambio delle parole “garanzia, pace e sicurezza” , l’Occidente non ha preservato né la pace né la sicurezza né le garanzie in Ucraina
Kostiantinivka – Più di 250 bombe aeree in due giorni e mezzo su un fazzoletto di terra delle dimensioni di Avdiivka non sono mai state lanciate nella storia dell’umanità. Nella sola giornata di ieri le Forze armate ucraine hanno respinto 28 attacchi nemici ma gli occupanti russi continuano a stringere il cerchio, avanzando coperti da una superiorità aerea e d’artiglieria spaventosa. Presa prima del recente avvicendamento al vertice della catena di comando come estremo tentativo di contenere l’avanzata rascista, la decisione di trasferire la 3ª brigata d’assalto OshBr (costola del reggimento Azov) da Bakhmut alle rovine d’Avdiivka ha ancora una volta evidenziato il valore di combattenti disposti a battersi in condizioni d’inferiorità numerica assolutamente proibitive. Per intenderci, ogni soldato ucraino deve combattere contro sette russi. Ogni colpo d’artiglieria ucraino viene corrisposto da dieci sparati da un nemico che dalle scorse ore ha ripreso anche a far largo uso di munizioni al fosforo, tanto da rendere l’aria irrespirabile nei pressi della cokeria asserragliata d’Avdiivka, per via di dense nubi di gas velenoso fuoriuscite dai container di propellente esplosi.
Quattrocentomila morti. A tanto ammontano finora le perdite russe sul campo di battaglia. Eppure, pur perdendo mille uomini al giorno, secondo il “Financial Times” Mosca è disposta a raddoppiare reclutandone altrettanti nel solo corso del 2024, al termine del quale il numero dei propri caduti avrà plausibilmente raggiunto il mezzo milione. Concordemente con le sproporzioni sul campo di battaglia, per quanto è dato sapere le perdite ucraine sono finora circa otto volte inferiori a quelle nemiche. La Federazione Russa ha tuttavia riconvertito la propria economia nazionale a una di guerra, tanto da riuscire ora a produrre quattro milioni di proiettili d’artiglieria, oltre mille missili e diverse centinaia di carri armati all’anno. Oltre a esser supportati da Bielorussia, Iran, Cina e Corea del Nord, gl’invasori russi riescono a reclutare carne da cannone perfino dalle località più remote: basti pensare ai 15mila nepalesi appena arruolati.
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Spiace toccare nuovamente il tempo a pacifinti e sognatori nel Bel Paese, ma la Storia la fanno coloro che non si stancano. Dunque, quello stesso Occidente che 23 mesi fa scelse di tenere il freno a mano tirato non sfruttando il match point dato dalla fallita offensiva russa a Kyiv, ora è chiamato a ingranare le marce ridotte per arrancare s’un terreno in salita e parecchio sconnesso. Il mancato supporto americano in un momento così complicato e i recenti, nuovi tentennamenti circa l’apertura delle porte dell’Alleanza Atlantica all’Ucraina hanno portato molti analisti – fra cui il sottoscritto – a credere che l’unica assicurazione valida sulla propria esistenza l’Ucraina debba costruirsela da sola, ricostituendo quello scudo nucleare di cui fu indotta a spogliarsi trent’anni fa a Budapest.
«Ci avete tolto la forza in cambio delle parole “garanzia, pace e sicurezza” ma non avete preservato né la pace né la sicurezza né le garanzie». Largamente condiviso, questo sentimento riferito all’altalenante supporto di taluni partner occidentali ha portato l’Ucraina a triplicare il proprio impegno nello sviluppo interno di tutti i prossimi sistemi di difesa, senza renderne noti i dettagli. L’obiettivo dichiarato è quello di produrre entro quest’anno un milione di droni: aerei, terrestri e marini, come quelli che hanno silurato l’altro ieri la “Caesar Kunikov” (nave da sbarco russa lunga 112 metri colata a picco coi 90 membri del suo equipaggio, confermando così la definitiva sconfitta russa nella battaglia del Mar Nero). Vedere Avdiivka sparire dalla mappa, divorata dal cancro russo, sta portando l’Ucraina a far quadrato attorno ai propri eroi.
Di Giorgio Provinciali
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