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"Lupi di Da Vinci", il coraggio di Kotsyubailo

“Lupi di Da Vinci”, il coraggio di Kotsyubailo

La storia di Kotsyubailo, detto “Lupi di Da Vinci”, inserito nella classifica di  “Forbes” come uno dei giovani ucraini più influenti che ricostruiranno il Paese
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La storia di Kotsyubailo, detto “Lupi di Da Vinci”, inserito nella classifica di  “Forbes” come uno dei giovani ucraini più influenti che ricostruiranno il Paese
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“Lupi di Da Vinci”, il coraggio di Kotsyubailo

La storia di Kotsyubailo, detto “Lupi di Da Vinci”, inserito nella classifica di  “Forbes” come uno dei giovani ucraini più influenti che ricostruiranno il Paese
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La storia di Kotsyubailo, detto “Lupi di Da Vinci”, inserito nella classifica di  “Forbes” come uno dei giovani ucraini più influenti che ricostruiranno il Paese
Kyiv – Staccandolo dalla propria divisa dinanzi a lui, Alina Mykhaylova ha consegnato a Volodymyr Zelensky lo chevrón appartenuto al compagno Dmytro “Da Vinci” Kotsyubailo, caduto in battaglia lo scorso 7 marzo nella difesa di Bakhmut. La donna, responsabile del servizio medico militare “ULF”, ha ricevuto a sua volta dal presidente dell’Ucraina il riconoscimento postumo dell’ordine di III grado “Bohdan Khmelnytsky”, la più alta onorificenza riservata a chi abbia dimostrato eccezionale valore nella difesa della sovranità e della sicurezza dello Stato. Pochi giorni prima avevano avuto luogo a Kyiv i funerali di Stato riservati allo stesso Kotsyubailo, comandante dell’unità speciale delle forze armate ucraine “Da Vinci Wolves”. Il sindaco Klitshcko, il generale Zaluzhny e altre centinaia di persone tra cui i più alti ranghi dell’esercito, in ginocchio con le bandiere gialloazzurre, hanno incontrato venerdì il corteo funebre con cui la salma del 27enne – tra i pochissimi a essere insigniti in vita del titolo di Eroe dell’Ucraina – è stata condotta nella Cattedrale di San Michele. Dmytro Kotsyubailo nasce nel 1995 nel villaggio dei Carpazi di Zadnystryanske da una famiglia molto numerosa, composta da tre fratelli e quattro sorelle. Dopo aver preso parte alla rivoluzione della Dignità (“Euromajdan”, come viene spesso chiamata in Occidente), decide di arruolarsi come volontario nell’esercito. Ricevuto l’addestramento militare, partecipa con successo a tutte le campagne più importanti condotte dal suo Paese a difesa del Donbas dall’invasione russa iniziata nel 2014. Dal 24 febbraio 2022 ha continuato a combattere nella 67ª brigata meccanizzata separata, dando un enorme contributo ai successi ottenuti nelle battaglie di Gulyaipol e Orichovo (oblast’ di Zaporizhzhya), durante le fasi più delicate della rottura dell’assedio di Kyiv e poi nella liberazione di Kherson, passando per Mykolaiv e Kryvyi Rih. Il suo coraggio personale era tale che identificava con il suo nickname un intero battaglione in cui prestano servizio più di mezzo migliaio di soldati: “Lupi di Da Vinci”. Incluso con gli uomini della sua brigata nel video diffuso a fine anno dal presidente Zelensky, il giovane era stato inserito dalla prestigiosa rivista “Forbes” nella classifica dei giovani ucraini più influenti che ricostruiranno il loro Paese (“30 under 30: Face Of the Future”). «I lupi si vendicheranno. Al nostro comandante sono cresciute le zanne e morderanno fino all’ultimo, fino alla vittoria»: questo il messaggio indirizzato dal battaglione Da Vinci ai criminali del Gruppo Wagner. Sul fronte di Bakhmut il destino della compagnia privata parastatale fondata da Yevgeny Prihozin sembra ormai segnato: delle 45mila unità stanziate inizialmente ne sono rimaste soltanto 7mila. Scaricato da Putin, che ne intende frenare le ambizioni politiche, “il cuoco” Prihozin è rimasto solo e senza il supporto del Ministero della Difesa da lui ampiamente criticato. Da ieri ha persino lanciato un’ultima disperata campagna di reclutamento su “Pornhub”: in sovrimpressione alle immagini di un lecca lecca che scorre davanti alla lingua di una ragazza, si legge il numero telefonico dell’infoline della Wagner, mentre una voce sensuale invita gli spettatori ad arruolarsi nella «compagnia militare privata più bella del mondo». di Giorgio Provinciali

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