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testimonianza da kharkiv

La devastante testimonianza da Kharkiv

“Facevano a gara a chi uccideva più civili”: la devastante testimonianza di Maria da Kharkiv, dove sono stati rinvenuti i corpi di 920 civili e almeno 25 camere della tortura
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La devastante testimonianza da Kharkiv

“Facevano a gara a chi uccideva più civili”: la devastante testimonianza di Maria da Kharkiv, dove sono stati rinvenuti i corpi di 920 civili e almeno 25 camere della tortura
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La devastante testimonianza da Kharkiv

“Facevano a gara a chi uccideva più civili”: la devastante testimonianza di Maria da Kharkiv, dove sono stati rinvenuti i corpi di 920 civili e almeno 25 camere della tortura
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“Facevano a gara a chi uccideva più civili”: la devastante testimonianza di Maria da Kharkiv, dove sono stati rinvenuti i corpi di 920 civili e almeno 25 camere della tortura
Kyiv – Senza dubbio Kharkiv è uno dei luoghi chiave per comprendere la portata dell’invasione russa dell’Ucraina. Fu qui che il 21 aprile 2010 il neoeletto presidente filorusso Viktor Janukovych siglò con Medvedev uno degli accordi più controversi (ma poco noti) con cui, in palese contrasto con la Costituzione ucraina che vieta la presenza militare di qualsiasi nazione entro i propri confini, veniva concesso alla flotta russa nel Mar Nero l’utilizzo del porto di Sebastopoli (Crimea). Con quell’atto incostituzionale e non rivelato al pubblico, Janukovych consentiva l’ingresso di 25mila soldati russi in territorio ucraino, dando de facto il via all’occupazione militare della penisola che si sarebbe concretizzata nel 2014 con l’annessione unilaterale di quest’ultima alla Federazione Russa e con l’invasione del Donbas. Kharkiv è anche la città simbolo della resistenza ucraina: trovandosi a pochi chilometri dal confine con la Federazione Russa ed essendo a maggioranza russofona, fu oggetto degli attacchi più feroci con cui Putin tentò di soddisfare le sue brame imperialiste. L’immediata reazione della città serrò ai russi la strada verso Kyiv e rese poi l’intera omonima oblast’ teatro di una magistrale controffensiva.
Foto dal centro dal Kharkiv
         
La distruzione dal centro di Kharkiv
Tuttora devastata dai missili russi, Kharkiv non è mai caduta grazie al valore di persone come Maria, che racconta d’essersi trovata nel giro di poche ore, quasi un anno fa, nel bel mezzo di una delle più imponenti manovre belliche russe. «Di fronte a noi sono sfilati più di 500 blindati. Dalle camionette, i soldati di Mosca dicevano di essere venuti a liberarci perché ci veniva impedito di parlare in russo. Mai sentita una sciocchezza simile, detta proprio nella lingua in cui più d’una volta io stessa mi sono rivolta a loro» esclama Maria, che prosegue raccontando come all’ingresso di ceceni e buriati la città sia stata oggetto di saccheggi e razzie. «Facevano a gara a chi uccideva più civili per strada, come in un safari. Rubavano ogni cosa, persino la carta igienica. Per salvare in qualche modo l’auto del vicino abbiamo dovuto smontarla a pezzi e tenerne ciascuno una parte in giardino». LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI DI “CRONACHE DI GUERRA”
Piazza nel centro di Kharkiv
Piazza nel centro di Kharkiv
Per i militari russi era prassi comune rapire e violentare le donne. Gongolavano sadicamente nel farlo di fronte ai mariti. Un giorno i soldati russi entrano in casa sua e portano via anche lei. Rivolgendosi al compagno, legato e imbavagliato, sentenziano: «È un problema tuo se sei ucraino». I giorni successivi vivrà un incubo. Condotta in un seminterrato, subirà le violenze di una decina di uomini per almeno due settimane e sarà costretta ad assistere alle esecuzioni di diversi compaesani ritenuti “spie”. Detenuti in condizioni disumane, alcuni sono stati impiccati e lasciati appesi accanto a lei, altri torturati con degli elettrodi applicati alla lingua e ai genitali, poi gettati a terra agonizzanti e ricoperti con secchiate d’escrementi. Costretti alla ritirata dall’incredibile resistenza locale, gli invasori non riusciranno mai a conquistare Kharkiv e fuggiranno lasciando Maria e molti altri civili tenuti in ostaggio. Recentemente, nel resto dell’omonima oblast’ sono state rinvenute fosse comuni con i corpi di 920 civili e almeno 25 camere della tortura come quella in cui Maria ha vissuto le due settimane peggiori della sua vita.   Di Giorgio Provinciali

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