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Bambini ucraini deportati

Putin riconsegna i primi bambini deportati in Crimea

Oggi due minibus hanno fatto ingresso ad Odessa rilasciando 15 bambini della regione di Kherson, deportati in Crimea da quasi un anno
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Solo qualche giorno fa la Corte Penale internazionale dell’Aja ha emesso un mandato d’arresto contro il presidente russo Vladimir Putin e la commissaria russa per i diritti dei bambini Maria Alekseyevna Lvova-Belova, con l’accusa di deportazione illegale di bambini ucraini in Russia.

In tanti si sono battuti per dare voce a questa violenza che sarebbe passata in sordina, per alcuni persino inesistente. Il procuratore capo del Tribunale internazionale aveva intimato il presidente russo Putin di rilasciare i bambini deportati. Accuse sempre respinte dallo zar, tanto da aprire un’inchiesta contro i giudici della corte e chiedendo che il mandato venisse ritirato in cambio di uno spiraglio negoziale.

Oggi alle ore 15 locali (le 14 in Italia) due minibus scortati hanno fatto ingresso ad Odessa, rilasciando il primo gruppo di 15 bambini della regione di Kherson, deportati in Crimea da quasi un anno. Secondo quanto si apprende, sono previste altre restituzioni nei prossimi giorni. Ma il tema rimane estremamente delicato, non trattandosi di orfani trasferiti in centri per minori, bensì di bambini separati dalle famiglie d’origine nei “campi di filtrazione” russi e condotti in Crimea, in una delle 43 strutture per minori ucraini a cui è stato consegnato un passaporto russo con la prospettiva di una imminente adozione. La presidenza ucraina ha creato la piattaforma ‘Children of war’ per ricercare, inserendo nome e cognome minorenni scomparsi durante la guerra. Secondo il National Information Bureau ucraino, i russi hanno deportato 16.226 ucraini minorenni ma la piattaforma rende noto che, stando ai dati pubblicati dalla Federazione Russa, il numero di bambini raggiunge i 744.000.

Inoltre, la situazione si fa assai più complessa se si considera quanto riportato dall’Associated press: dall’aprile 2019 sono stati oltre 720 mila i passaporti russi emessi nelle province separatiste di Donetsk e Lugansk. Documenti che furono rilasciati ai residenti ucraini con una procedura accelerata, ridotta ad un paio di mesi, e ottenuti da circa il 18% della popolazione locale. Un fatto che avvenne solo tre anni prima dell’ufficializzazione dell’invasione russa in Ucraina. Non certo un caso.

Di Claudia Burgio

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