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Russi Modena

Putiniani a Lucca e Modena

Simbolo della Resistenza italiana contro il terrore nazifascista, Modena oggi accoglie così chi incensa e nobilita quello rascista
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Putiniani a Lucca e Modena

Simbolo della Resistenza italiana contro il terrore nazifascista, Modena oggi accoglie così chi incensa e nobilita quello rascista
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Putiniani a Lucca e Modena

Simbolo della Resistenza italiana contro il terrore nazifascista, Modena oggi accoglie così chi incensa e nobilita quello rascista
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Simbolo della Resistenza italiana contro il terrore nazifascista, Modena oggi accoglie così chi incensa e nobilita quello rascista

Chernivtsi – Esaltando esplicitamente i crimini di guerra compiuti dai russi in Ucraina, l’associazione culturale “Russia Emilia-Romagna” invita gl’italiani a recarsi il prossimo 20 gennaio presso la sala civica messa a disposizione dal Comune di Modena per assistere alla presentazione dei risultati della ‘nuova amministrazione’ di Mariupol’, insediatasi in seguito a quella che viene definita «liberazione definitiva» della città. Cioè, quando la città-martire dell’Ucraina fu completamente rasa al suolo, invasa e saccheggiata da quei criminali russi che vengono oggi presentati agl’italiani come liberatori. Simbolo della Resistenza italiana contro il terrore nazifascista, Modena oggi accoglie così chi incensa e nobilita quello rascista.

Le immagini dei forni crematori mobili allestiti dai russi per cancellare le tracce dei propri crimini, quelle del teatro drammatico bombardato trucidando 600 civili malgrado due enormi scritte “ДЕТИ” segnalassero la presenza di bambini, le testimonianze dei campi di filtrazione, delle camere della tortura, degli stupri e delle uccisioni di massa sono forse già state dimenticate? Le maggiori organizzazioni internazionali stimano che a Mariupol’ i russi sterminarono fra 30mila e 100mila persone, rubando migliaia di bambini per deportarli in Russia e macchiandosi di quei crimini contro l’umanità per i quali la Corte penale internazionale spiccò un mandato d’arresto anche nei confronti di Putin.

Un anno fa intervistavo Iryna, responsabile del centro d’accoglienza “Я Марюполь” a Chernivtsi: a stento riuscii a registrarla mentre ricordava in lacrime le ore drammatiche in cui fu costretta a passare per i campi di filtrazione, cacciata da chi distrusse e occupò la sua città. Con lei quel giorno c’era l’unico bimbo sopravvissuto alla strage del teatro. Oggi leggo nell’aberrante locandina della mostra-conferenza di Modena che invece Mariupol’ simboleggerebbe una rivolta popolare del Donbas e sarebbe stata «liberata» dai russi dopo «8 anni d’occupazione banderista». Fra i nomi dei relatori spiccano quelli di Eliseo Bertolasi (“osservatore” italiano ai referendum-farsa organizzati dai russi nelle regioni illegalmente annesse e ricercato dal governo ucraino) e di Andrea Lucidi, sedicente “giornalista e storico” con la Z al braccio che – dichiarandosi apertamente sostenitore della Russia – nega l’esistenza del massacro di Bucha, rammaricandosi del fatto che a Mariupol’ siano sopravvissuti troppi «neonazisti» e auspicando la ghigliottina per tutti i sostenitori del «regime» ucraino.

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Già ospite delle reti televisive italiane, l’ideologo delle deliranti teorie rasciste Aleksandr Dugin si collegherà invece il 27 gennaio da Mosca al convegno organizzato a Lucca dall’associazione “Vento dell’Est” (che raccoglie fondi in Italia per ‘attività di volontariato’ volte a sostenere la popolazione del Donbas, salvo mostrarle poi elargite dai camion con la Z), mentre il 14 gennaio si terrà a Milano una conferenza sulla figlia Daria, che sosteneva lo sterminio degli ucraini.

Come ribadito in una nota ufficiale al nostro giornale dall’ambasciatore d’Ucraina in Italia Yaroslav Melnyk, l’ondata propagandistica che sta investendo l’Italia riprova che la Federazione Russa punta a seminare discordia all’interno dell’Unione europea usando l’arma della menzogna e della disinformazione. In questa guerra mediatica, gli eventi di Modena e Lucca sono l’ennesimo tentativo di manipolare un Paese che ha invece fin da subito preso le parti –inaccettabili per Mosca – della verità e della giustizia.

La comunità può proteggersi boicottando tali iniziative ma le amministrazioni delle città italiane devono essere caute nel concedere spazi e patrocini a eventi che coinvolgono sedicenti ‘esperti’ filoputiniani con cui il Cremlino veicola la sua propaganda.

di Giorgio Provinciali  La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

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