San Nicola visto con gli occhi dei bambini ucraini e russi
Per San Nicola, il dono più richiesto dai bambini russi è l’opera di Orwell “1984”, il romanzo ispirato alla dittatura di Stalin con i cittadini vessati dalla “polizia del pensiero”.
San Nicola visto con gli occhi dei bambini ucraini e russi
Per San Nicola, il dono più richiesto dai bambini russi è l’opera di Orwell “1984”, il romanzo ispirato alla dittatura di Stalin con i cittadini vessati dalla “polizia del pensiero”.
San Nicola visto con gli occhi dei bambini ucraini e russi
Per San Nicola, il dono più richiesto dai bambini russi è l’opera di Orwell “1984”, il romanzo ispirato alla dittatura di Stalin con i cittadini vessati dalla “polizia del pensiero”.
Per San Nicola, il dono più richiesto dai bambini russi è l’opera di Orwell “1984”, il romanzo ispirato alla dittatura di Stalin con i cittadini vessati dalla “polizia del pensiero”.
Kyiv – San Nicola, tradizionalmente celebrato il 6 dicembre secondo il calendario gregoriano e il 19 dicembre secondo quello giuliano, è una figura molto amata dai bambini. Il giorno a lui dedicato coincide con l’inizio delle festività natalizie ed è preceduto da una lunga attesa durante la quale i bimbi esprimono nelle loro letterine i loro desideri.
Come ogni anno, ieri milioni di giovani ucraini si sono così svegliati con un dolcetto sotto il cuscino e qualche regalino ai piedi del letto ma senza quell’abbraccio del papà che avevano tanto ardentemente richiesto. In piazza Sofia, a Kyiv, è stato installato il tradizionale albero natalizio. Il sindaco Klitschko ha disposto l’utilizzo di ghirlande a risparmio energetico e delle decorazioni dell’anno scorso, illuminate da un generatore donato dalla Kmda (l’amministrazione statale della città di Kyiv). Il denaro risparmiato è stato devoluto alle forze armate impegnate al fronte e a coloro che hanno perso l’abitazione a seguito dei bombardamenti russi. L’abbraccio tra i padri al fronte e i familiari nelle città – feriti ma non vinti da un aggressore vigliacco e criminale – è il desiderio più grande che questa gente abbia a cuore.
Secondo i dati diffusi dall’agenzia “Tass”, il dono quest’anno più richiesto in Russia a San Nicola è invece “1984”. L’opera di George Orwell svetta infatti tra i best seller nei download della libreria online LitRes. Migliaia di russi hanno scelto di regalarsi la lettura del romanzo ispirato alla dittatura di Stalin, in cui i cittadini di un ipotetico mondo futuro vivono intimiditi e vessati da una “polizia del pensiero” che li induce a credere che «la guerra è pace, la libertà è schiavitù». È chiaro il parallelismo tra il sistema autarchico e cleptocratico eretto da Putin (in grado di controllare l’accesso ai media e il pensiero degli individui) e la personalità onniveggente del Grande Fratello, che nell’opera orwelliana condiziona la società tramite numerosi schermi in grado di seguire la vita delle persone e grazie alla repressione poliziesca basata sull’utilizzo di tortura e paura.
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Contestualmente all’invasione sconsiderata dell’Ucraina, Putin ha bandito l’utilizzo di alcune parole, in particolare di quella che più di tutte esprime la concretizzazione del suo disegno criminale: guerra. Come nel romanzo, ogni pulsione liberale nella vita civile russa è stata repressa, tanto che neppure nell’intimità delle loro abitazioni i cittadini si sentono al sicuro dalla polizia segreta, che ne controlla ogni mossa. Usare uno smartphone, navigare in Internet, ascoltare musica o rispondere a un sondaggio sono tutte attività in grado di tracciare il profilo di chi le compie, mettendolo potenzialmente a rischio.
L’editore russo della ristampa più letta di “1984” ha prontamente dichiarato che la realtà distopica descritta da Orwell si riferisce alla deriva del totalitarismo liberale occidentale, non certo al Russkij Mir. Eppure, la scorsa settimana l’oppositore politico al regime putiniano Ilya Yashin è stato condannato a otto anni e mezzo di carcere con l’accusa di aver diffuso fake news sull’esercito: aveva discusso con alcuni giornalisti occidentali delle atrocità russe commesse a Bucha.
Di Giorgio Provinciali
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