Traditori divenuti eroi russi
Tante volte ho scritto di eroi. In presa diretta, raccogliendo dal campo testimonianze di cui conservo tracce, documenti e immagini. Mi chiedo chi siano gli eroi russi
Traditori divenuti eroi russi
Tante volte ho scritto di eroi. In presa diretta, raccogliendo dal campo testimonianze di cui conservo tracce, documenti e immagini. Mi chiedo chi siano gli eroi russi
Traditori divenuti eroi russi
Tante volte ho scritto di eroi. In presa diretta, raccogliendo dal campo testimonianze di cui conservo tracce, documenti e immagini. Mi chiedo chi siano gli eroi russi
Tante volte ho scritto di eroi. In presa diretta, raccogliendo dal campo testimonianze di cui conservo tracce, documenti e immagini. Mi chiedo chi siano gli eroi russi
Kryvyj Rih – Ho scritto di eroi. Centinaia di volte, in presa diretta, raccogliendo dal campo testimonianze di cui conservo tracce, documenti e immagini. Mille e più volte ho visto, ascoltato e, come il Burcardo, annotato. Straniandomi ho redatto cronache, ricavando statistiche. Posso dire che in onore di quest’ultime la costante più frequente in tutte le conversazioni intrattenute con civili e militari ucraini è il termine “disumano” associato agli occupanti. I soldati identificano così un nemico che combatte senza un codice, con metodi primitivi e animaleschi. «Un militare che s’arrende per noi non è più un nemico ma un prigioniero, e merita rispetto». Così gli ucraini riportano decine d’esempi in cui all’opposto i russi dispongono dei prigionieri con disprezzo: «Mutilano, torturano, castrano, eviscerano, bruciano occhi, naso e lingua».
I civili definiscono disumani i metodi medievali usati dagli occupanti per estorcere confessioni inesistenti: stupri, violenze d’ogni genere sui minori e sui più deboli. Testimone diretto di tali atrocità, mi chiedo chi siano gli eroi russi. Rilevo che tale titolo è stato conferito direttamente da Putin al “macellaio di Bucha” Omurbekov Asanbekovich, contestualmente alla sua promozione da tenente a colonnello. Ai suoi ordini, gli uomini della 64a brigata russa sono stati accusati di stupri di gruppo, torture ed esecuzioni di massa. Per il Cremlino è un “eroe della Russia” Adam Sultanovich Delimkhanov, braccio destro del leader ceceno Ramzan Kadyrov gravemente ferito lo scorso 14 giugno, che a Mariupol’ ordinò il massacro di centinaia di civili fra cui molti giornalisti. A inizio invasione promise in diretta su Instagram che avrebbe decapitato la famiglia dell’avvocato per i diritti umani Abubakar Yangulbaev, ‘reo’ d’aver creato un comitato contro la tortura. Decorato con la medaglia di eroe della Federazione Russa è il generale Dmitry Bulgakov: durante il conflitto in Siria ordinò l’attacco sistematico di ospedali e civili, tanto da far perdere a Mosca il seggio nel Consiglio per i diritti umani presso le Nazioni Unite. Putin lo sostituì con il “macellaio di Mariupol’” Mikhail Mizintsev – altro esempio di russità – che ordinò il raid sul teatro drammatico della città.
Eroi della Russia sono tutti i collaborazionisti che hanno prestato il proprio operato per favorire l’occupazione della Crimea e del Donbas. Nel corso delle retate all’interno degli istituti religiosi in cui venivano reclutati, l’Sbu ha rinvenuto decine di medaglie e riconoscimenti provenienti da Mosca, oltre a ordini ben precisi. Sono eroi russi coloro che hanno segnato il territorio ucraino nelle ore precedenti l’invasione su vasta scala del Paese, dando ai russi disposizioni e coordinate su come e dove passare. Così come tutti i traditori che hanno favorito lo sminamento delle aree protette, vendendo al nemico le vite dei propri compagni. L’ultimo candidato ‘eroe’ è stato arrestato ieri proprio dai servizi segreti ucraini: si tratta di un 30enne di Vinnytsja, reclutato a distanza dall’Fsb per le proprie posizioni filorusse, che da mesi passava informazioni e fotografie ai servizi segreti russi con le istruzioni e le coordinate per preparare un nuovo attacco missilistico sulla città.
di Giorgio Provinciali
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