Vincere per (r)esistere
Un missile russo ha completamente distrutto un palazzo residenziale di cinque piani a Mykolaiv. Era pieno di civili
Vincere per (r)esistere
Un missile russo ha completamente distrutto un palazzo residenziale di cinque piani a Mykolaiv. Era pieno di civili
Vincere per (r)esistere
Un missile russo ha completamente distrutto un palazzo residenziale di cinque piani a Mykolaiv. Era pieno di civili
Un missile russo ha completamente distrutto un palazzo residenziale di cinque piani a Mykolaiv. Era pieno di civili
Chernivci – «Il processo di Norimberga contro i criminali di guerra si basava tacitamente sul riconoscimento di questo principio: gli atti criminali non possono essere scusati per il fatto di essere ordinati da un governo, la coscienza sta al di sopra dell’autorità della legge». Albert Einstein sintetizzò così un concetto tanto semplice quanto ancora oggi non scontato. L’altra notte un missile russo ha completamente distrutto un palazzo residenziale di cinque piani a Mykolaiv. Era pieno di civili. I soccorsi stanno in queste ore raccogliendo i corpi senza vita di decine di uomini, donne e bambini per i quali qualcuno ha sentenziato la pena di morte. «È l’ennesima risposta di uno Stato terrorista ai nostri successi al fronte» ha chiosato amaramente Zelensky. L’esercito russo si sgretola sotto i colpi di soldati che difendono la loro terra e la loro gente, ma si tratta di un nemico subdolo e vigliacco, che si alimenta nel terrore e ritorce le sue sconfitte sterminando civili inermi.
Abbiamo scritto su queste pagine di quegli ingegneri reclutati dal Cremlino tra i civili russi per operare da remoto, stabilendo la traiettoria balistica dei missili lanciati sulle città ucraine. Ogni volta che dopo uno strike russo alzo il telefono e tra parenti e amici ci chiediamo se siamo ancora tutti vivi, non riesco a non pensare a questo dettaglio. Qualcuno che ha completato il mio stesso percorso di studi, dalla poltrona di casa propria ha deliberatamente scelto di compiere quell’atto criminale che non può essere scusato per il fatto di essere ordinato da un governo. Mentre scrivo, da Vinnytsja il governatore dell’oblast’ Serhij Borzov sta comunicando in tv che altre infrastrutture energetiche e civili sono state colpite nella notte, causando decine di morti e feriti tra la popolazione. La coscienza di chi ha impostato le coordinate di questi vettori di morte non riesce a stare al di sopra di alcuna autorità. Sapeva di uccidere innocenti nel sonno e lo ha fatto.
Spesso dall’Italia mi si domanda «Ma perché state lì? Perché gli ucraini non scappano?», lasciando intendere velatamente che sia stupido restare a casa propria, nel luogo in cui sono nati e vissuti fratelli, sorelle e genitori o in cui dopo una vita di lavoro e sacrifici si è costruito qualcosa per i propri figli. Chi pone questo interrogativo pensa che sia più semplice un esodo di massa verso il nulla. Rispondo dunque che forse è una soluzione più comoda per chi la pone, un po’ come si fa quando si mette la polvere sotto il tappetino e si fa finta che non esista più.
Vivere senza corrente elettrica significa non riuscire a conservare gli alimenti nel frigorifero, le provviste per l’inverno nel freezer. Significa cucinare con le candele dentro il forno. Sentire il fischio dei missili sopra la testa e pregare che fratelli, sorelle, figli e nipoti siano ancora vivi senza poterli sentire. Certamente fuggire sarebbe una soluzione comoda (a chi la propone), ma non laverebbe la coscienza a nessuno. Se l’Ucraina sta vincendo la guerra è anche grazie a chi ha difeso il proprio fazzoletto di questa terra gloriosa, non arretrando neanche a mani nude di fronte a un carrarmato. Questo è (r)esistere.
Di Giorgio Provinciali
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