Da Maga a Taco è un istante
Non è affatto piaciuto al presidente americano Donald Trump il nuovo acronimo “Taco”, “Trump Always Chickens Out”, coniato dal giornalista Armstrong

Da Maga a Taco è un istante
Non è affatto piaciuto al presidente americano Donald Trump il nuovo acronimo “Taco”, “Trump Always Chickens Out”, coniato dal giornalista Armstrong
Da Maga a Taco è un istante
Non è affatto piaciuto al presidente americano Donald Trump il nuovo acronimo “Taco”, “Trump Always Chickens Out”, coniato dal giornalista Armstrong
Non è affatto piaciuto al presidente americano Donald Trump il nuovo acronimo “Taco”, in riferimento ai suoi comportamenti in politica economica ed estera. Recentemente il giornalista del “Financial Times” Robert Armstrong ha coniato questo termine non per indicare il tipico piatto messicano, ma per riassumere la frase “Trump Always Chickens Out”. Ovvero, Trump si tira sempre indietro per paura come farebbe un pollo.
L’acronimo, diventato subito virale in Rete, descrive come alcuni investitori abbiano previsto una ripresa del mercato in seguito alle politiche tariffarie intermittenti di Trump. Dato che il presidente americano è noto per ritirarsi quando vede un pericolo. Il mercato del “Taco” funziona quindi in maniera semplice ed è un chiaro processo in due fasi: acquistare al ribasso. Ovvero, quando i prezzi si abbassano in seguito all’annuncio dei dazi di Trump – e vendere a prezzi più alti, una volta che il presidente Usa sarà inevitabilmente tornato sui suoi passi.
Il 28 maggio scorso, durante una conferenza stampa alla Casa Bianca, una giornalista ha chiesto a Trump un commento sulla polemica relativa a “Taco”. «Mi tiro indietro? Si chiama negoziazione. E non ripeta mai più quello che ha detto» ha tuonato The Donald. Proseguendo a difendere le sue decisioni sui dazi e sostenendo che l’imposizione di tariffe elevate ha spinto i leader mondiali a negoziare. I suoi detrattori però non la pensano affatto così. Per molti, soprattutto a Wall Street, tirarsi indietro dopo aver minacciato la Cina di imporre tariffe del 145% non è negoziare ma fare la figura del pollo.
Non solo, Wall Street definisce Trump prevedibile nelle sue azioni. Una descrizione che è percepita dal presidente americano come una grave offesa. Dato che lui ha sempre voluto mantenere l’immagine del leader di cui nessuno sa mai ciò che potrebbe fare in qualunque momento. Gli economisti sostengono però che Trump abbia un trend ben definito e pronosticabile. Dato che – dall’inizio della sua presidenza – ha imposto e successivamente cancellato i dazi più di cinquanta volte a causa della reazione avversa dei mercati.
I media americani dicono adesso che lo stesso comportamento “Taco” di Trump si può ritrovare anche in politica estera. Come ha sottolineato in un suo recente articolo Jeremy Shapiro, esperto dell’European Council on Foreign Relations, Trump minaccia sempre di utilizzare la forza ma poi si tira indietro. Shapiro ricorda che durante il suo primo mandato Trump minacciò la Corea del Nord, per poi avviare trattative sul suo programma nucleare. Disse anche che voleva «cancellare l’Afghanistan dalla faccia della Terra» entro 10 giorni. Per poi accettare di ritirare le truppe statunitensi dal Paese senza ottenere alcuna reale concessione dai talebani, preparando il terreno per la caduta di Kabul durante l’amministrazione Biden.
L’uso più eclatante della forza, durante il primo mandato di Trump, avvenne con l’uccisione di Qasem Soleimani, capo delle forze Quds (il corpo speciale delle Guardie rivoluzionarie iraniane), ma solo perché l’allora presidente aveva ricevuto rassicurazioni sul fatto che il rischio di ritorsioni da parte degli ayatollah sarebbe stato basso.
Di Anna Mahjar Barducci
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche

Gaza, Jens Laerke: “In guerra mai usare la fame come arma”

Dazi, la Casa Bianca apre a un rinvio

La Corte Suprema Usa blocca i finanziamenti pubblici per l’aborto
