![Gaza](/wp-content/themes/yootheme/cache/db/Gaza-db517fd6.jpeg)
Dittatura, democrazia e differenze
La tragedia umanitaria di Gaza è davanti ai nostri occhi. Si può ancora pensare di sovrapporre Israele, i suoi cittadini e il suo governo ai tagliagola e agli assassini di bambini?
| Esteri
Dittatura, democrazia e differenze
La tragedia umanitaria di Gaza è davanti ai nostri occhi. Si può ancora pensare di sovrapporre Israele, i suoi cittadini e il suo governo ai tagliagola e agli assassini di bambini?
| Esteri
Dittatura, democrazia e differenze
La tragedia umanitaria di Gaza è davanti ai nostri occhi. Si può ancora pensare di sovrapporre Israele, i suoi cittadini e il suo governo ai tagliagola e agli assassini di bambini?
| Esteri
| Esteri
La tragedia umanitaria di Gaza è davanti ai nostri occhi. Si può ancora pensare di sovrapporre Israele, i suoi cittadini e il suo governo ai tagliagola e agli assassini di bambini?
La tragedia umanitaria di Gaza è davanti ai nostri occhi, le fotografie delle incubatrici negli ospedali del territorio sotto il tacco di Hamas e sottoposti alle incursioni israeliane interrogano la nostra coscienza. Perché da questa parte del mondo – quella delle perfettibilissime democrazie liberali attaccate insieme a Israele – non siamo abituati a silenziarla, come coloro che hanno pianificato ed eseguito gli orrendi attacchi del 7 ottobre.
Come quelli che fanno finta di non capire cosa sia accaduto in quella giornata devastante.
La nostra posizione è la posizione dell’Unione europea: il diritto alla difesa di Israele è sacrosanto, il diritto alla difesa comprende la necessità di stanare uno a uno i terroristi di Hamas fino a quando l’organizzazione non sarà stata ridotta all’impotenza.
Questo non è in discussione, così come non è in discussione l’esigenza di tutelare la popolazione civile della Striscia di Gaza, consentire il massimo dell’evacuazione possibile da quella prigione a cielo aperto che è in particolare Gaza City. Lì dove i carcerieri sono gli uomini di Hamas, che vogliono quanti più morti fra i propri civili per perseguire l’unico scopo che concepiscono: morte a Israele e nel mentre isolare lo Stato ebraico. Soprattutto da quei governi e opinioni pubbliche che lentamente stanno accettando l’idea della pacifica coesistenza con lo Stato di Israele.
Per ogni singolo cittadino israeliano sono giornate di indicibile dolore e lacerazioni morali: l’assoluta fedeltà al proprio Paese non è in discussione. Sono sempre più, però, coloro che accusano il governo per il clamoroso fallimento del 7 ottobre. Si protesta in strada, almeno tre ministri sono stati costretti ad abbandonare gli ospedali in cui erano andati a portare conforto ai feriti.
Israele è una società evoluta, complessa, profondamente democratica, in cui il premier Benjamin Netanyahu oggi è il comandante in capo ma domani sarà chiamato a rispondere dei suoi fallimenti politici.
Il Paese che ieri ha dovuto e saputo tener conto delle pressioni statunitensi, dell’Ue, di ogni singolo governo che si è schierato con Tel Aviv. Dichiarare che “le significative operazioni di terra“ a Gaza sarebbero cominciate solo dopo l’evacuazione non è una concessione generica. Come la ripresa delle forniture di acqua potabile nella Striscia.
È un obbligo per il governo di uno Stato democratico e di diritto: non dimentichiamo che le oceaniche manifestazioni di protesta contro Netanyahu erano determinate dall’accusa al Primo Ministro di mettere a rischio proprio i principi dello Stato di diritto.
Alla luce di tutto questo, si può ancora pensare di sovrapporre Israele, i suoi cittadini e il suo governo ai tagliagola e agli assassini di bambini? C’è ancora qualcuno disposto ad accettare le rivoltanti teorie secondo le quali il 7 ottobre sarebbe “colpa“ di Israele e l’attacco a Gaza uguale all’infamia di 9 giorni fa?
Domande solo apparentemente retoriche nell’Italia di oggi.
di Fulvio Giuliani
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche
![](/wp-content/themes/yootheme/cache/84/gerusalemme-libri-84ca01ed.png)
![](/wp-content/themes/yootheme/cache/84/gerusalemme-libri-84ca01ed.png)
Il libraio di Gerusalemme
12 Febbraio 2025
Mahmoud Muna, conosciuto come “il libraio di Gerusalemme”, arrestato dalla polizia israeliana pe…
![](/wp-content/themes/yootheme/cache/d3/Netanyahu-guerra-d3cb0d78.jpeg)
![](/wp-content/themes/yootheme/cache/d3/Netanyahu-guerra-d3cb0d78.jpeg)
Netanyahu: “Guerra se Hamas non libera gli ostaggi entro sabato”
11 Febbraio 2025
Se Hamas non libera gli ostaggi sabato sarà guerra. Lo ha dichiarato Benjamin Netanyahu, dicendo…
![](/wp-content/themes/yootheme/cache/7d/Prigionieri-ucraini-7db104ae.jpeg)
![](/wp-content/themes/yootheme/cache/7d/Prigionieri-ucraini-7db104ae.jpeg)
Russia, prigionieri ucraini torturati nelle carceri: “Massacrateli, non abbiate pietà, nessuno vi punirà”
11 Febbraio 2025
Secondo le ricostruzioni riportate dal Wall Street Journal, nelle carceri russe – dallo scoppio …
![](/wp-content/themes/yootheme/cache/6f/Trump-e-Putin-6ffceca1.jpeg)
![](/wp-content/themes/yootheme/cache/6f/Trump-e-Putin-6ffceca1.jpeg)
Pace & Fede
11 Febbraio 2025
Possono Putin e Trump accordarsi per trovare la pace in Ucraina? Porre fine ad un conflitto è gi…
Iscriviti alla newsletter de
La Ragione
Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.