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Economia sociale ed ecologica, verso il nuovo governo

Con la presentazione del programma del nuovo governo di Olaf Scholz chiarisce il piano per il futuro della Germania sulla difesa del clima e della politica energetica.
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Economia sociale ed ecologica, verso il nuovo governo

Con la presentazione del programma del nuovo governo di Olaf Scholz chiarisce il piano per il futuro della Germania sulla difesa del clima e della politica energetica.
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Economia sociale ed ecologica, verso il nuovo governo

Con la presentazione del programma del nuovo governo di Olaf Scholz chiarisce il piano per il futuro della Germania sulla difesa del clima e della politica energetica.
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Con la presentazione del programma del nuovo governo di Olaf Scholz chiarisce il piano per il futuro della Germania sulla difesa del clima e della politica energetica.
Olaf Scholz e il suo nuovo governo vedranno la luce nella prima settimana di dicembre, dopo poco più di un mese di trattative. Ma già ora, con la presentazione del programma, è possibile intuire dove andrà la Germania del dopo Merkel. Soprattutto per quanto riguarda difesa del clima e politica energetica, temi strettamente legati ed enfatizzati dalla presenza dei Verdi nei Ministeri chiave. Toccherà a Robert Habeck, il nuovo uomo forte del partito dopo il mezzo fallimento della candidatura Baerbock, gestire i nodi cruciali della transizione ecologica dal Ministero dell’Economia, che per l’occasione aggiunge anche la dicitura “Tutela del clima”. Ma alla stessa Baerbock viene riservato un ruolo non secondario: come ministro degli Esteri regolerà i rapporti politico-economici con la Russia, con cui coesistono stretti interessi sul piano dell’approvvigionamento energetico, ma anche controversie, come il gasdotto Nord Stream 2, la cui autorizzazione da parte dell’Agenzia delle reti tedesca è per ora sospesa. Della partita, inevitabilmente, saranno lo stesso cancelliere Scholz e il prossimo ministro delle Finanze, il liberale Christian Lindner, che terrà (si immagina con rigore) le briglie della spesa. Ma intanto la nuova maggioranza parla già di «economia sociale ed ecologica di mercato», aggiornando con un tocco green il tradizionale modello economico elaborato da Ludwig Erhard, che ha sostenuto il miracolo tedesco dal dopoguerra a oggi. «La crisi climatica mette in pericolo i nostri mezzi di sussistenza e minaccia prosperità, libertà e sicurezza» si legge nel contratto di governo. «Per questo ci assumiamo il compito di dare una nuova dinamica alla forza economica del nostro Paese». Gli obiettivi della maggioranza sono ambiziosi: rendere la quarta economia globale a neutralità climatica entro il 2048 e realizzare gli immensi investimenti necessari senza intaccare il tetto di nuovi debiti fissato nella legge fondamentale. A ogni modo, la «nuova dinamica» prevede «lo sviluppo massiccio delle energie rinnovabili» attraverso il potenziamento delle reti di trasporto energetico, delle infrastrutture (come i siti di stoccaggio) e i campi eolici. L’obiettivo è arrivare nel 2030 a produrre l’80% del fabbisogno energetico da solare ed eolico. Se tale quota verrà raggiunta, il governo anticiperà al 2030 la fuoriuscita dal carbone, otto anni prima della data fissata dalla Grosse Koalition. Investimenti «in dimensione industriale» sono promessi nell’economia dell’idrogeno, con il proposito di rendere innovativa e a neutralità climatica l’industria tedesca, arrivando a fissare nuovi standard tecnologici globali. Per questo si prevede di aumentare fino al 3,5% del Pil la quota dei finanziamenti per ricerca e sviluppo, puntando a potenziare le aree regionali più innovative. Ampio spazio nella transizione ecologica è dedicato all’industria più importante del Paese, quella automobilistica (oltre 800mila posti di lavoro). La strada verso l’elettromobilità è ormai irreversibile e il governo annuncia progetti per ampliare il mercato dei veicoli elettrici, a partire dalla realizzazione di una capillare infrastruttura di stazioni di ricarica elettrica. Poi, potenziamento del trasporto pubblico e modernizzazione della Deutsche Bahn: le ferrovie giocheranno un ruolo centrale nella rivoluzione della mobilità. di Pierluigi Mennitti

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