
Erdogan, parole al (brutto) vento
“Un esercito di liberazione“: con queste parole il presidente turco Erdogan ha definito i terroristi di Hamas. E noi rabbrividiamo
| Esteri
Erdogan, parole al (brutto) vento
“Un esercito di liberazione“: con queste parole il presidente turco Erdogan ha definito i terroristi di Hamas. E noi rabbrividiamo
| Esteri
Erdogan, parole al (brutto) vento
“Un esercito di liberazione“: con queste parole il presidente turco Erdogan ha definito i terroristi di Hamas. E noi rabbrividiamo
| Esteri
| Esteri
“Un esercito di liberazione“: con queste parole il presidente turco Erdogan ha definito i terroristi di Hamas. E noi rabbrividiamo
Ricordo quando da ragazzo divoravo libri sulla seconda guerra mondiale. Fu il mio modo di entrare in contatto anche con la storia dell’Olocausto, cominciando a capire come fosse stato possibile per l’uomo precipitare così in basso. In uno dei Paesi più civili e sviluppati della terra.
Ricordo i libri sulla resistenza in Francia e in Italia, sul coraggio di chi – in particolare quando tutto sembrava pendere dalla parte dei nazisti – trovò il coraggio, diremmo l’obbligo morale, di non seguire l’onda nera che rischiava di travolgere l’Europa e il mondo. Sacrificarono spesso la propria stessa vita per un ideale di democrazia e libertà. Ricordo anche i film, che mi aiutarono a capire, sviluppare curiosità, un’ansia di saperne sempre un po’ di più.
Ricordo di non aver mai letto – mai – nelle ricostruzioni di quegli anni terribili e della stessa spaventosa guerra civile che insanguinò l’Italia dal ‘43 al ‘45, atti di partigiani che possano essere sia pur lontanamente paragonati all’ignobile mattanza scatenata dai terroristi di Hamas il 7 ottobre.
Poi leggo del presidente turco Erdogan, delle sue spericolate parole scelte per descrivere un’organizzazione dedita a un’ideologia di morte, mossa esclusivamente dal desiderio di distruggere lo Stato ebraico e qualsiasi ipotesi di pace in Terrasanta: “Un esercito di liberazione“.
Così il “sultano” ha definito Hamas. Non mi interessano le motivazioni di politica interna, gli equilibri da preservare in patria o l’esigenza di salvarsi la faccia in Medioriente. È un paragone vergognoso, insostenibile, offensivo.
Chi combattè per la libertà contro il mostro nazifascista – pur non esente da errori, esagerazioni e talvolta raccapriccianti vendette consumate dopo la fine della lugubre Repubblica di Salò – non potrà mai essere accostato anche solo nel lessico a chi ha scatenato una furia disumana non contro un esercito (e certi atti sono inammissibili sempre e comunque), ma in massima parte contro donne, bambini e anziani.
Erdogan è a capo di un Paese della Nato, i governi dell’Alleanza non potranno che far finta di non aver letto e sentito, ma noi abbiamo letto e sentito. E rabbrividiamo.
di Fulvio Giuliani
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche


Pace & Fede
11 Febbraio 2025
Possono Putin e Trump accordarsi per trovare la pace in Ucraina? Porre fine ad un conflitto è gi…


Caos in Romania: il presidente Iohannis si dimette, scontri in strada a Bucarest
10 Febbraio 2025
Il presidente della Repubblica romeno, il centrista Klaus Iohannis, spiazza il mondo e annuncia …


Trump: “Nel mio piano nessun diritto dei palestinesi di tornare a Gaza”. Hamas rinvia il prossimo rilascio degli ostaggi
10 Febbraio 2025
“Gli Stati Uniti si impegnano a comprare e controllare Gaza” quando finirà il conflitto tra Isra…


Super Bowl, gli Eagles e Trump deluso lascia lo stadio in anticipo. Fischi per Swift – Il video
10 Febbraio 2025
Serata da dimenticare anche per Taylor Swift, fischiata dal pubblico del Super Bowl e presa in g…
Iscriviti alla newsletter de
La Ragione
Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.