Il mare ribolle di gas e di sospetti
| Esteri
Esplosioni nel Nord Stream. L’ipotesi del sabotaggio, dell’attacco deliberato a un’infrastruttura-chiave per l’approvvigionamento energetico di tutta Europa

Il mare ribolle di gas e di sospetti
Esplosioni nel Nord Stream. L’ipotesi del sabotaggio, dell’attacco deliberato a un’infrastruttura-chiave per l’approvvigionamento energetico di tutta Europa
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Il mare ribolle di gas e di sospetti
Esplosioni nel Nord Stream. L’ipotesi del sabotaggio, dell’attacco deliberato a un’infrastruttura-chiave per l’approvvigionamento energetico di tutta Europa
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La possibilità che a causare i gravissimi danni ai gasdotti Nord Stream 1 e 2 sia stato un incidente viene giudicata da fonti del governo tedesco «altamente improbabile». Non resterebbe, dunque, che l’ipotesi del sabotaggio, dell’attacco deliberato a un’infrastruttura-chiave per l’approvvigionamento energetico di tutta Europa. Ipotesi a cui sembrano credere i mercati, con un balzo del prezzo del gas che ha addirittura toccato il 20% in un giorno. Roba da atto di guerra.
Per provare a dare un’idea di ciò che è accaduto (non esattamente qualche petardo fatto esplodere vicino a condotte peraltro poste ad alta profondità), è stata la rete sismica nazionale svedese a comunicare di aver rilevato due forti tracce riconducibili a quelle che ha definito «esplosioni» nell’area interessata dalla fuga di gas. Una ha raggiunto magnitudo 2,3 ed è stata misurata in 30 stazioni di rilevamento in Svezia. Il gas sta salendo in superficie, creando delle immense aree di ribollimento, dai 200 metri a un chilometro di diametro. Come è facile immaginare, parliamo anche di enormi danni ambientali.
Sin qui il cosa. Sul come e il chi siamo nella nebbia più fitta. Anche procedendo per esclusione, non si capisce proprio chi possa avere interesse a un disastro del genere, che – se provato – porterebbe a un’ulteriore escalation del conflitto. Gli ucraini puntano il dito sul sospettato naturale, la Russia, che denuncia a sua volta un sabotaggio ai suoi danni. La Nato ha fatto sapere di «monitorare la situazione».
Di Marco Sallustro
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