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Fattore X: Elon Musk e le notizie (false) sui social

Il punto non è che Elon Musk si schieri, ma che non disdegni la diffusione di notizie false per portare acqua al suo mulino

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Fattore X: Elon Musk e le notizie (false) sui social

Il punto non è che Elon Musk si schieri, ma che non disdegni la diffusione di notizie false per portare acqua al suo mulino

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Fattore X: Elon Musk e le notizie (false) sui social

Il punto non è che Elon Musk si schieri, ma che non disdegni la diffusione di notizie false per portare acqua al suo mulino

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Il punto non è che Elon Musk si schieri, ma che non disdegni la diffusione di notizie false per portare acqua al suo mulino

Gli occhiali degli estremisti hanno effetti psichedelici, compreso quello di credere che si difenda la libertà di parola con la censura delle parole e che ci si opponga alla plutocrazia e al potere seguendo due miliardari fanatici. Si tratta di due estremismi che magari vestono i panni di sinistra e destra, ma hanno perso i vestiti delle ideologie novecentesche. Vestitacci, ma che pur agghindavano quanti sostenevano di volere portare il mondo verso un radioso giorno nascente, mentre adesso ci si contenta di trascinarlo nella rissa di una plumbea notte morente. Estremismi che evocano lo scontro anche perché covati nel mondo della comunicazione digitale, che dello scontro è la più vasta palestra. Un “Fattore X” che non può essere trascurato.

Elon Musk ha il diritto di fare campagna elettorale per chi gli pare (la fa per Trump). Il fatto che sia molto ricco e che abbia vasti interessi, sicché quella sua campagna ha l’aria di non essere disinteressata, non cambia nulla. Che sia un editore – ha comprato Twitter e lo ha chiamato X – non modifica quel suo diritto e, del resto, gli editori non solo possono essere di parte, ma se ne conta una vasta schiera. Noi, in Italia, li abbiamo avuti e li abbiamo fra governanti e parlamentari. Il punto non è che si schieri, ma che non disdegni la diffusione di notizie false per portare acqua al suo mulino. Una diffusione che serve ad aizzare lo scontro, come accaduto nel Regno Unito, quindi a scatenare la potenzialità del social digitale, che mette tutti sullo stesso piano: il professore di matematica e lo svalvolato che sostiene che l’esistenza dei numeri primi sia un falso diffuso da una setta segreta.

In Italia la diffusione di notizie false, con le quali possa essere «turbato l’ordine pubblico», è un reato (articolo 656 del Codice penale). Ma come faccio a punire il reo se non so né chi è né dove sia?

Il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, aveva chiesto a Musk di rispettare il diritto europeo. Musk gli ha risposto suggerendogli di «fare un passo indietro e fottersi la faccia». Il tema non è il linguaggio del miliardario, ma: cosa può fare Breton se quel diritto non viene rispettato? Può fare tutto, nel senso di oscurare il social sul territorio dell’Unione europea, o nulla, per mancanza di strumenti. Nel secondo caso è un fallimento, nel primo finisce con il togliere la parola a tutti. Considerato che i diffusori di notizie false già chiamano ‘censura’ la più che giusta (ma difficile) repressione del loro illecito comportamento. In questo pazzotico ribaltamento della logica, sono i nemici della libera convivenza a invocare la libertà per potere continuare il loro lavoro nel demolirla.

E, del resto, non basterebbe responsabilizzare l’editore che può scegliere chi far parlare e chi mettere a tacere, come se il social – come oggi è – fosse roba e casa sua, perché in questo modo si giunse al paradosso di Twitter che tolse la parola al Presidente degli Stati Uniti. E allora?

Allora, se non vogliamo perderci il bello del digitale, che è strumento di libertà e moltiplicatore di informazioni, dobbiamo cancellare l’idea che possa essere un’area dove la legge o non conta o non è applicabile. Perché la libertà si difende con il diritto e la giustizia e se affermi il falso o diffami devi pagare. Non c’è mai libertà dove non c’è responsabilità. Ma si tratta di piattaforme non nazionali, quindi si richiede un accordo internazionale. Se un tale mi offende in Italia, con un’identità italiana, ovunque lo abbia scritto lo trascino in Tribunale e ne ottengo la condanna. Ma se lo ha fatto da un luogo imprecisato, con una identità falsa, resta l’offesa e sparisce la giustizia. Inaccettabile.

Imporre il dominio della legge non è statalizzare una libertà individuale, ma difenderla dal fatto che possa essere utilizzata per cancellarla. Il mercato è andato molto avanti, la politica è rimasta molto indietro e se accordi internazionali non sono facili è sicuro che, senza lavorarci, sono impossibili.

di Davide Giacalone

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