Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

Francia: cade il governo Barnier

|

Il governo francese è caduto. Con 331 voti a favore su 574, è stata decisiva l’alleanza tra sinistra radicale e lepenisti

Francia: cade il governo Barnier

Il governo francese è caduto. Con 331 voti a favore su 574, è stata decisiva l’alleanza tra sinistra radicale e lepenisti

|

Francia: cade il governo Barnier

Il governo francese è caduto. Con 331 voti a favore su 574, è stata decisiva l’alleanza tra sinistra radicale e lepenisti

|

Come ampiamente preannunciato nei giorni scorsi, il governo francese è caduto. Con 331 voti a favore su 574, la decisiva alleanza tra sinistra radicale e lepenisti è riuscita nel suo obiettivo: far passare la mozione di censura contro l’esecutivo di Michel Barnier che, con soli novantuno giorni di attività, entra nella storia come governo più breve della storia francese. Questa mattina, a poche ore dal voto, Barnier ha tentato di salvare le sorti della maggioranza con un appello ai partiti e alla popolazione: «I deputati hanno ciascuno una parte di responsabilità ed è possibile che ci sia questo riflesso di responsabilità» ha sentenziato il gollista, sperando che «l’interesse del Paese significasse qualcosa», riferendosi ai parlamentari pronti a sfiduciarlo», i quali dovranno argomentare la loro presa di posizione («bisognerà che ogni deputato che voterà la sfiducia vada poi a spiegarsi con i suoi elettori» sosteneva il premier questa mattina. «Non è una questione di sopravvivenza politica» ha dichiarato alla stampa Barnier, il quale ha aggiunto «Non mercanteggio né mi faccio ricattare da Le Pen».

Ma è proprio il ricatto del Rassemblement National che ha portato a questa situazione. Durante la discussione che ha anticipato il voto, ogni dubbio sul ruolo del Rn – così come il dubbio che i sovranisti potessero fare un passo indietro – è venuto meno quando Marine Le Pen, con tono lapidario, ha annunciato: «È la fine di un governo effimero». Ma la sfiducia non si traduce automaticamente in elezioni anticipate. Il presidente Emmanuel Macron, a ridosso della sfiducia, ha prontamente dichiarato che nell’arco delle prossime ventiquattro ore intende nominare il nuovo premier. «È una questione di credibilità per la Francia» hanno riferito i suoi più stretti collaboratori che spiegano come l’urgenza sia dettata non solo dalla stabilità del Paese, ma anche dall’imminente visita del presidente americano («non possiamo farci apparire senza un governo davanti a Trump, che sarà a Parigi nel weekend per la riapertura di Notre-Dame» riferiscono le stesse fonti). La sfiducia di ieri è stata una semplice anticipazione dell’imminente scontro tra presidenza e populismi riuniti.

Di Antonio Pellegrino

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

08 Giugno 2025
Durante un comizio a Bogotá, in vista delle elezioni presidenziali del prossimo anno, il candidato…
07 Giugno 2025
Sono circa un migliaio gli israeliani che si sono riuniti e hanno fatto una marcia – al confine co…
07 Giugno 2025
Non è questione di due galli nel pollaio. Lo scontro in atto negli Stati Uniti fra Trump e Musk è…
07 Giugno 2025
Alla fine gli stracci sono volati. Il “divorzio” fra Donald Trump ed Elon Musk è andato in scena s…

Iscriviti alla newsletter de
La Ragione

Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.

    LEGGI GRATIS La Ragione

    GUARDA i nostri video

    ASCOLTA i nostri podcast

    REGISTRATI / ACCEDI

    Exit mobile version