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Gelo armato

L’Artico prima era solo un’area puntellata da organizzazioni non governative per promuovere la cooperazione internazionale. Oggi è anche un punto di appoggio per i miliari russi che qui, nelle ultime settimane, stanno effettuano le loro esercitazioni
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Nel corso delle ultime settimane sembra ritornata una certa vivacità in Artico con mobilitazioni e novità in ambito militare. I soldati della brigata della flotta settentrionale della Russia stanno svolgendo delle esercitazioni nel campo di Yeisk, ubicato nel Sud del Paese, per imparare a gestire il sistema di difesa aerea Barnaul-T, utilizzato presso i poligoni a Pechenga, a pochi chilometri dal confine con Norvegia e Finlandia.

Anche se si tratta di esercitazioni, appare certa una ripresa delle attività militari lungo la rotta artica, con innovazioni missilistiche e nuove armi da combattimento automatizzate. Moderne automazioni militari che nell’Artico vengono azionate, come confermato dalle stesse autorità russe all’emittente “TV Zvezda”. Il sistema di difesa aereo Barnaul-T consente alle unità militari di intensificare la sorveglianza, rintracciando gli oggetti volanti con l’impiego di droni. Dinamiche che legano la ricerca scientifica, lo spazio artico e i gerarchi militari russi con i dispositivi radar utilizzati anche per operazioni civili e commerciali. «Con l’aiuto dell’attrezzatura di localizzazione radar e l’innovazione tecnologica spaziale che stiamo sviluppando, possiamo subito condividere informazioni di geolocalizzazione», ha dichiarato Aleksandr Bychenkov, tra i comandanti della divisione missilistica nel Nord della Russia. Un sofisticato sistema militare già schierato accanto alla brigata motorizzata del corpo di armata della flotta settentrionale russa, ubicata presso la penisola di Kola. Istallazioni, ricerche, innovazioni e ‘prospettive’ che provocano una certa agitazione in terra artica, suscitando nuove reazioni anche nel campo degli alleati.

Mentre la Federazione Russa continua la sua attività nel profondo Nord, gli Stati Uniti monitorano l’area e il recente disegno di legge sulla spesa per la difesa, che stanzia 768 miliardi di dollari, prevede numerosi interventi incentrati in Artico, tra cui ricerche e finanziamenti per attrezzatura adatta al freddo e la costituzione di un Centro di ricerca e addestramento della Guardia nazionale in Alaska. Le attività di ricerca militare intraprese da Russia e Stati Uniti dimostrano che l’impiego di risorse per l’Artico, l’importanza della regione nella pianificazione della difesa, le nuove prospettive in tema di trasporto marittimo collegate alla rotta Nord e le ricerche di minerali e idrocarburi ritrovano un nuovo vigore, accompagnate anche dalle progettualità per la sicurezza ambientale, la collaborazione diplomatica e la sicurezza degli spazi aerei e terrestri.

L’attualità geopolitica artica è segnata dall’attività di organizzazioni non governative e autorità diplomatiche che vogliono implementare lo status geopolitico dell’Artico come territorio di cooperazione e non di conflitto. Le autorità del Consiglio artico stanno lavorando per intensificare la cooperazione internazionale ma le continue notizie legate alle ricerche in ambito militare e le esercitazioni con macchinari sempre più tecnologici lasciano qualche dubbio sulle reali prospettive regionali nell’immediato futuro.

 

di Domenico Letizia

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